Il fenomeno dell’abbandono scolastico è ancora abbastanza diffuso in Italia, sebbene, paragondando i dati con quelli degli anni passati si noti un leggero calo.
Secondo i dati forniti dall’ultimo rapporto Eurostat per la quantificazione del fenomeno nel 2020 , il tasso di abbandono scolastico è ancora pari al 13,8%.
Cosa spinge un alunno o un’alunna ad abbandonare la scuola?
È molto frequente che soggetti con difficoltà vadono incontro a cali di rendimento durante il proprio percorso formativo.
Un alunno portatore di disagio, quando non adeguatamente seguito e supportato dalla famiglia e dalla scuola, rischia infatti di reagire con il rifiuto di fronte all’insuccesso, rispetto ad un suo coetaneo proveniente da un contesto di vita sereno ed equilibrato. Prendere brutti voti, avere difficoltà di relazione col gruppo classe o con i docenti, costituiscono per l’alunno in condizione di svantaggio, un’aggravante di quello stato di disagio già di per sé doloroso e pesante. Tale situazione, se non affrontata in tempo, può portare all’abbandono scolastico.
E’ importante poter fare una distinzione terminologica tra abbandono scolastico e dispersione scolastica. In questo secondo caso, rientrano tutti quei casi in cui non c’è un formale abbandono della scuola, ma nella sostanza le competenze acquisite non coincidono al titolo di studio conseguito. Nella dispersione rientrano tutte le ipotesi di interruzione o rallentamento del percorso di studio, che molto spesso sono poi causa di definitivo abbandono.
A monte della dispersione scolastica prima e dell’abbandono scolastico dopo, spesso c’è la scelta di un percorso di studi non in linea con le potenzialità dell’individuo.
Se il ragazzo o la ragazza scelgono un percorso di studi “sbagliato” , sperimenteranno un senso di fallimento che andrà ad intaccare la loro autostima ed il loro senso di autoefficacia.
L’abbandono scolastico: la scuola cosa può fare
I docenti hanno numerosi strumenti da mettere in campo per individuare le situazioni di disagio vissute dai propri alunni e rafforzare la loro motivazione allo studio. Promuovere attività basate sulla narrazione e sul lavoro di gruppo, ad esempio, aiuta il singolo ad esprimersi e confrontarsi con gli altri e consente all’insegnante di ricevere un feedback molto utile sul modo di raccontarsi e di relazionarsi con i suoi studenti. Altre strategie da applicare in classe allo scopo di far emergere e superare situazioni che ostacolano il benessere dello studente e che incidono negativamente sul suo redimento sono:
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ricorrere a gratificazioni ed incentivi,
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attribuire incarichi di tutoraggio,
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promuovere la cooperazione tra studenti attarverso la realizzazione progetti in classe e compiti di gruppo da svolgere a casa,
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ricorrere ad attività laboratoriali,
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incentivare le uscite didattiche e il confronto tra pari,
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strutturare attività di problem solving,
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promuovere l’autoconsapeevolezza
Il presupposto fondamentale della prevenzione resta comunque la capacità di ascolto e di empatia che permette di affrontare o di evitare le forme di disattamento che portano all’abbandono scolastico.
A tal proposito, dovrebbe essere doveroso rafforzare il sistema di ORIENTAMENTO SCOLASTICO durante il passaggio dalla terza media alla prima superiore.
L’abbandono scolastico : la famiglia cosa può fare
Per prevenire il problema dell’abbandono è’ opportuno innanzitutto favorire la partecipazione dei genitori rafforzando la loro cooperazione con la scuola creando forme di partenariato.
Se invece l’abbandono degli studi è già in corso, la famiglia può riflettere sull’opportunità di rivolgersi a delle figure specializzate in grado di sostenerli in questo delicato momento. Psicologi, educatori, sportelli di ascolto, di aiuto, consulenti scolastici sono professionisti che possono dare supporto e aiutare il ragazzo ad affrontare la situazione in modo lucido e sereno.
Autrice: Marisa De Domenico, Psicologa