Max Luscher è uno psicoterapeuta e sociologo svizzero. È ricordato come il pioniere del cosiddetto “test dei colori di Luscher”, un test che analizza gli stati d’animo dei soggetti, basandosi solo sulla preferenza rispetto a particolari colori. È un test tutt’oggi molto utilizzato.
È importante dire che egli si avvicina alla psicologia, affascinante disciplina, grazie all’opera indiscutibilmente eccezionale, di Sigmund Freud “L’interpretazione dei sogni”. Un’ulteriore spinta per attuare gli studi sui colori avvenne anche grazie alla conoscenza del test di un altro grande autore quale Rorschach.
Luscher si concentrò in modo particolare sulla logica del pensiero: egli sottolineò infatti come la percezione dei colori attraverso i sensi è universale mentre la “simpatia” cromatica è soggettiva. Quest’ultima è quindi la parte che si può valutare in modo obiettivo mediante un test cromatico.
La sua ricerca iniziò nel 1941 e crebbe fino al 1947 dove divenne internazionale e ampiamente conosciuta. Per cinque anni il giovane Luscher fece una vasta ricerca tra 4.500 tonalità di colori applicati a molteplici materiali con lo scopo principale di andare a trovare i colori più adatti per rappresentare il sistema psicologico.
A questo punto possiamo affermare che la teoria psicologica di Luscher è suddivisa in tre dimensioni oggettive e una soggettiva. Le prime tre sono dette “psicosomatiche” e fanno riferimento alla psiche, allo spazio e al tempo.
È stato dimostrato come il test di Luscher sia uno strumento di misura oggettivo dello stato psicofisico di un individuo e questo proprio grazie alle tre dimensioni che contiene. Oggettivo proprio perché noi percepiamo il colore in questo modo; è al contempo però soggettivo perché, emotivamente parlando, il colore non è uguale per tutti poiché rappresenta lo strumento più consono per arrivare alle emozioni.
Questo test infatti viene usato per misurare l’emozionalità attraverso le reazioni oggettive che il soggetto ha in modo spontaneo e inconscio di fronte a un particolare colore. Tramite questo test infatti si studia la personalità dell’individuo, senza avere manipolazioni esterne.
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i colori presenti nel test sono 8:
- I colori base: rosso, giallo, verde e blu.
- I colori ausiliari: viola, marrone, nero e grigio.
La personalità dell’individuo comprende in linea generale tre componenti:
- Emotiva (emozioni)
- Cognitiva (pensieri)
- Comportamentale (comportamento)
A questo punto non si può che evidenziare la grande correlazione che questo test ha con alcuni test grafici, in particolar modo con il test della figura umana.
Esso è un test molto preso in considerazione infatti sono stati condotti su di esso innumerevoli studi. In queste circostanze si è osservato come il disegno del bambino diventa sempre più complesso e dettagliato in base all’età. È evidente infatti come a partire dai 3/4 anni di vita il bambino tenda a disegnare un individuo, come sia uomo o donna, seguendo uno schema unico. Solo verso i 5 anni l’individuo presente nel disegno diverrà riconoscibile agli altri. Solo intorno ai 12 anni il disegno del bambino è, in definitiva, simile a quello di un adulto.
Questo test è noto e studiato soprattutto in relazione all’ambito proiettivo. Esso è molto particolare poiché riguardano il bambino in prima persona. Bisogna tener conto che i bambini tendono a sviluppare le loro capacità col tempo. Importante è anche il livello verbale di questo test: fondamentali sono i commenti di chi disegna, per dare una interpretazione e una diagnosi corretta e congruente.
Il test della figura umana visto in ambito proiettivo è senz’altro molto utile, anche se non può essere considerato infallibile.
In conclusione possiamo dire che Max Luscher è colui che ricordiamo come il primo che ha saputo sfruttare questa particolarità di farci vedere le emozioni del colore.
Autrice: Eleonora Mazzitelli, Dott.ssa in Discipline Psicosociali