Articolo scritto dalla Dottoressa Tiziana Favarò, Psicologa Psicoterapeuta
Quando parliamo di Pet Pherapy ci riferiamo a quella attività che il Ministero della Salute riconosce come attività di cura della persona e la suddivide in: Attività svolte con l’ausilio di animali,(A.A.A.) e in Terapie effettuate con l’ausilio di animali (A.A.T.) riconoscendo, a quest’ultima area, metodi e tecniche scientifiche finalizzate al miglioramento della salute.
Le due divisioni, vengono avviate in ambiti diversi.
• Si parla di A.A.A., che ha l’obiettivo primario di migliorare la qualità della vita di alcune classi di persone (anziani, bambini, non vedenti, malati terminali,ecc.). Tra queste attività fanno parte gli interventi di tipo educativo e/o ricreativo.
• Si parla di, A.A.T., che è un insieme di attività terapeutiche vere e proprie, che sempre secondo il Ministero della Salute sono :“finalizzate a migliorare le condizioni di salute di un paziente mediante specifici obiettivi”. Quest’ambito, infatti, può essere impiegato per problemi cognitivi, comportamentali, psicosociali e psicologici in senso stretto.
Le A.A.T. per avere un approccio rigoroso, utilizzando delle metodologie scientifiche, devono essere pianificate ed avere obiettivi specifici, e il percorso quindi viene valutato e documentato dall’inizio alla fine. Portare avanti un progetto relativo alla AAT, è dunque complesso, in quanto si devono tener conto degli aspetti tecnici che si presentano complessi a livello procedurale; essendo un trattamento terapeutico, vi è una diagnosi e delle prescrizioni pianificate e ben definite negli obiettivi, volti al raggiungimento dei fini sanitari.
Proprio per la complessità e per il rigore che si richiede ad i progetti di Pet Therapy, Il Ministero della Salute, ha sottolineato che tale lavoro va sviluppato in un gruppo interdisciplinare, con diverse figure professionali che collaborano tra di loro, dalla fase della programmazione allo svolgimento delle attività. Le figure professionali che, in questa ottica, possono essere interessate sono “il Medico, lo Psicologo, il Terapista della riabilitazione, l’Assistente Sociale, l’Infermiere, l’Insegnante, Pedagogista, il Veterinario, l’Etologo, l’Addestratore, il Conduttore pet partners, etc”. Sempre, nei in progetti che seguono una metodologia scientifica, dovrebbero essere coinvolti, viste le molteplici patologie fisiche e/o mentali, le figure del medico e/o dello psicologo.
La precedente affermazione però non vuole sminuire altre figure professionali coinvolte nel progetto che risultano importanti per la loro competenza specifica.
Gli animali che maggiormente si prestano ad essere utilizzati per la pet therapy, sono cani, gatti, conigli, asini, delfini e molti alti l’importante che presentino caratteristiche di ubbidienza e comportamenti prevedibili e controllabili, tali da consentire di lavorare garantendo igiene e sicurezza. I limiti di applicazione della pet therapy si evidenziano in quei casi di pazienti “con difese immunitarie scarse o inesistenti, o sottoposti a chemioterapia o terapie immunosoppressive, nonché in pazienti malati di AIDS”. Un altro limite lo riscontriamo nel fatto che non tutte le persone amano gli animali o li amano allo stesso modo è un altro limite, per cui bisogna calibrare l’intervento alle caratteristiche del paziente, ed in alcuni casi risulta impossibile fare un lavoro di Pet Therapy.
Nella Pet Therapy è importante la relazione che si viene ad sviluppare dall’incontro uomo-animale è un processo biunivoco, un rapporto di reciprocità, un passaggio, un doppio flusso di contenuti, di interazioni, che si trasforma in legame.
La comunicazione tra uomo e animale si avvale di espressioni verbali ma anche corporee, il risultato è un esperienza che coinvolge totalmente, che stimola l’essere umano implicando la mente e il corpo.
La sollecitazione che avviene a livello mentale è molto profonda, spinge a mettersi in discussione, aiuta a conoscerci meglio, a valutare i propri bisogni e desideri.
A livello fisico, sollecita contemporaneamente tutti i sensi, ci aiuta a identificare le varie stimolazioni, ci fa attuare esercizio fisico ed in molti casi serve per una riabilitazione fisica e una risensibilizzazione di quelle parti di cui si è perso il contatto o il sentire.
Durante questa esperienza è il gioco che agevola la relazione, infatti, essendo un attività innata sia negli animali sia nell’essere umano, può essere utilizzata al di la del tempo e dello spazio con elementi di qualsiasi età ed in diversi luoghi .
Il gioco ci aiuta a costruire uno spazio altro, dove sia gli uomini che gli animali che entrano in relazione condividono uno spazio che non è solo fisico, ma anche mentale.
Dott.ssa Tiziana Favarò
Psicologa, Psicoterapeuta
Ho sempre creduto nella potenza dell’animale sulla vita dell’uomo, vivendolo sulla mia pelle… grande cosa la pet therapy, in molteplici ambiti di interesse!
brava, preparata e competente.
grazie