Molto spesso sentiamo parlare di relazioni in cui uno dei due membri appare “disimpegnato” rispetto all’altro, ovvero molto meno coinvolto.
Come si fa a determinare se una persona è impegnata in una relazione o meno?
Un segnale sicuramente inequivocabile è la presenza, intesa non solo in senso fisico , ma anche come partecipazione attiva alla vita di tutti i giorni dell’altro, condividendo gioie e dolori, avvenimenti, opinioni e decisioni.
Quando la presenza a trecentosessantagradi viene meno, o è intermittente, allora può nascere il dubbio che quella relazione sia importante solo per una parte della coppia.
Il tuo o la tua partner non ti da una presenza costante, ma sembra più un faro con una luce intermittente?
Bene. ( O meglio, male). Potresti essere vittima di “orbiting”, termine inglese che tradotto letteralmente significa “orbitante”.
Ma cosa fa un partner che mette in atto questa strategia più o meno consapevolmente?
Innanzitutto è bene dire che questo atteggiamento di “disimpegno” è sempre stato presente in alcuni tipi di relazione , ma che con l’avvento dei social si è ampiamente diffuso e traslato anche online, anzi , soprattutto online.
In breve cosa fa l’”orbitante”:
– All’inizio vi fa una corte serrata e vi attira a sé, lasciandovi credere di avere una relazione a tutti gli effetti.
– Con il passare del tempo, i suoi messaggi e le telefonate, ma soprattutto le uscite e i contatti vis a vis vengono diradati.
– Inizia ad inventare scuse più o meno credibili per declinare i vostri inviti a vedervi.
– Non sparisce mai , ma resta sulla soglia, o ancora meglio, nella vostra orbita. Come?
Con messaggi, commenti e like alle vostre foto e link sui social.
L’orbitante non si perderà mai neanche una vostra storia!
– Si farà sentire anche via cellulare , ma quando vorrà lui/lei e con modi e tempi dettati solo a senso unico.
– Non uscirà mai dalla vostra vita, nonostante anche settimane di silenzio, sarà sempre lì, ma più virtualmente che realmente.
EFFETTI PSICOLOGI DELL’ORBITING SULLA VITTIMA
Gli effetti di questo comportamento relazionale disimpegnato può essere anche devastante per chi lo subisce.
La vittima dell’orbiting coltiva l’illusione di trovarsi in una relazione a tutti gli effetti e inizia a progettare la sua vita attorno alla presenza del partner, salvo poi rendersi conto di essere solo o sola a desiderare di concretizzare quelle parole scritte su uno schermo o sussurrate al telefono, con una cena romantica, un viaggio o addirittura una convivenza.
Alterna momenti di sconforto e nervosismo a momenti di entusiasmo e euforia quando il partner “orbitante” si fa sentire, magari dopo averla o averlo rassicurato su quanto la loro relazione sia importante anche per lui o lei.
Questa altalena continua di presenza/assenza – parole/silenzio può far nascere a medio e lungo termine (nel partner che subisce questo comportamento): ansia, tristezza, insicurezza, confusione, soprattutto se chi subisce ha già un comportamento dipendente, affettivamente parlando.
(Leggi anche LA DIPENDENZA AFFETTIVA: DEFINIZIONE, PREVENZIONE E CURA )
Spesso la persona vittima di orbiting, nel periodo di assenza dell’altro, riesce in qualche modo a liberarsi dall’illusione di una relazione vera con l’altro, ma basta un like, un cuoricino o un messaggio su whatsapp nella notte , per ricadere nel baratro e il pensiero del partner orbitante può tornare più forte di prima, come un’ossessione.
CHI E’ L’ORBITANTE?
Spesso sono uomini, ma anche donne con una grande immaturità affettiva e una personalità narcisistica per cui l’altro non è visto come soggetto di una relazione, fatta di impegno e reciprocità, ma come oggetto che deve servire al loro approvigionamento narcisistico, di conferma di valore e desiderabilità.
L’orbitante non vuole una vera relazione, ma qualcuno che lo adori e gli confermi il suo essere desiderabile e unico.
COME FARE PER USCIRNE?
Innanzitutto è bene saper riconoscere e dare un nome a quello che ci sta succedendo. Avere un dialogo intimo con noi stesse/i per capire ciò che è bene per noi e ciò che ci nuoce, ciò che vogliamo veramente e ciò che , invece, non desideriamo.
– possiamo anche provare a parlare in maniera chiara e assertiva con il partner orbitante, descrivendo i nostri sentimenti e stati d’animo, quando subiamo questo comportamento reiterato nel tempo.
– se il partner orbitante dovesse mostrarsi disponibile solo a parole a cambiare il suo comportamento, ma continua con il suo “orbiting”, dovremo essere forti e risolute(i) a chiudere questa relazione tossica che ci toglie energia e prospettiva futura.
Cosa devo fare se non riesco comunque a chiudere oppure quando si riesce a chiudere, ma non a liberarsi del pensiero oissessivo dell’altro?
L’unica soluzione, oltre a quella del prendere in mano la propria vita, facendo progetti con le persone che realmente ci amano, è farsi aiutare e supportare da un bravo o brava Psicoterapeuta, esperto/a in relazioni.
Presto la nebbia lasciata dall’altro si diraderà e saremo di nuovo libere(i) di apprezzare tutte le occasioni lavorative, sociali e relazionali, che la vita ci offre, con un rinnovato senso di autostima e fiducia in noi stesse(i).
Autrice: Laura Muscarella, Psicologa
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