Sono stati condotti numerosi studi sulle emozioni e si è compreso come esse siano più complesse di come si immagini. Infatti, le emozioni sono il risultato di uno stato mentale e fisiologico e sono associate a stimoli interni o esterni. Quando ci si riferisce alle emozioni però non ci si riferisce ad un stato emotivo, bensì a un processo. Attualmente ci si riferisce alle emozioni parlando di componente emotiva o di intelligenza emotiva.
Esse si sviluppano fin dalla nascita e sono collegate sia allo sviluppo relazionale, sia a quello cognitivo. Per quanto riguarda lo sviluppo sociale, relazionale, facciamo riferimento al rapporto con la figura materna, in particolar modo nello sviluppo dell’attaccamento. Invece, il legame con lo sviluppo cognitivo è presente in relazione alle emozioni complesse. Questi tre aspetti, messi insieme vanno a formare le diverse personalità degli individui. Fin dai primi momenti di vita il bambino comunica con le persone più vicine a lui le sue emozioni, attraverso pianti e sorrisini. Ma queste non si possono definire propriamente emozioni. Un’ emozione è tale solo quando il bambino fornisce una risposta complessa, formata quindi da risposte fisiologiche, come il pianto, da risposte toniche-posturali, come alcune particolare posizioni del corpo associate a singole emozioni, e da risposte espressive, ossia la mimica faciale. Dunque, si deve aspettare che da parte del bambino si sviluppi una piccola coscienza di sé.
Scientificamente parlando, le emozioni sono un fenomeno scatenato da un evento; si è osservato, inoltre, come esse risiedono in quella parte del cervello detta Sistema Limbico, principalmente nell’amigdala. Le aree del cervello che si occupano di rielaborare tutte le informazioni che ci fornisce l’ambiente, fissando le emozioni nella memoria a lungo termine invece sono le aree frontali che formano tutta la nostra esperienza.
Molti teorici, studiando le emozioni, hanno confermato che esiste una netta distinzione tra emozioni primarie e secondarie; le une dette anche fondamentali o di base, le altre conosciute come complesse o superiori. Si può a questo punto attuare una distinzione sommatoria tra le emozioni dicendo che le emozioni primarie sono gioia, tristezza, rabbia, disgusto, paura. Mentre quelle secondarie sono principalmente vergogna, invidia, rimpianto, gelosia. Si deve inoltre dire che tutte le emozioni portano a delle finalità e sono associate ad degli eventi che le scatenano. In rapporto allo sviluppo delle emozioni primarie, si sviluppano nel corredo emotivo dell’individuo anche le emozioni morali. Riferendosi invece alle emozioni negative che una persona può provare nel corso della sua esistenza non può non essere sottolineato il dolore emotivo, un dolore che colpisce alle emozioni.
Le emozioni sono un campo di studio molto ampio e ancora non del tutto esplorato. Esse sono considerate come la chiave per comprendere la personalità di un individuo. Da numerosi studi è emerso che più abbiamo una carica affettiva vero una particolare azione, evento o situazione e maggiore sono le nostre aspettative. E’ sottolineato da molti autori che le emozioni sono contraddistinte da quattro caratteristiche principali quali: meccanismi fisiologici, espressioni del comportamento, sentimenti a livello soggettivo e meccanismi cognitivi. Tra i numerosi studiosi che hanno compiuto degli studi sulle emozioni ricordiamo Darwin, Piaget e Freud.
Autrice: Eleonora Mazzitelli, Dottoressa in Discipline Psicosociali