Didattica a distanza e bambini
Didattica a Distanza: tre parole molto usate nell’ultimo anno.
Ma di che si tratta e come sfruttarla al meglio?
Cos’è la didattica a distanza?
La Didattica a Distanza (D.A.D.) è un modello psicopedagogico applicato alla didattica moderna e sviluppato in maniera evidente in tutte le sue parti dall’anno 2020. La sua applicazione è dovuta in modo particolare alla delicata situazione pandemica che il mondo sta vivendo e alle sensibili circostanze che ci apprestiamo a vivere tutti i giorni.
Questo metodo è stato portato avanti e perfezionato nel corso del tempo in modo da agevolare le disuguaglianze tra i bambini e i ragazzi che si devono rapportare ad esso ogni giorno, ancora oggi che la dad è fatta al 70%. In modo particolare essa è portata avanti dalle scuole elementari alle università, anche se con usi differenti. Questo in relazione anche al livello attentivo dei bambini.
Quali sono i vantaggi psicologici?
La Didattica a Distanza quindi è piuttosto innovativa e introduce molti vantaggi a livello psicologico per i bambini e i ragazzi che ne fanno uso. Il primo è quello di trovarsi in un ambiente sicuro e protettivo. Stare nella propria cameretta o in uno spazio adibito appositamente per la Didattica a Distanza aiuta il bambino ad imparare. Inoltre avere un genitore o una persona di fiducia che lo accompagna durante la DAD, nel caso di un bambino delle elementari stimola in lui la voglia di imparare e di mostrare sicurezza. In egual misura elimina le insicurezze percettive e psicologiche di trovarsi di fronte ad una classe e lo invoglia a dimostrarsi sempre pronto e preparato. Inoltre stare dentro all’ambiente domestico permette al bambino di sfruttare tutti i suoi momenti liberi dalle lezioni e ne aumenta la capacità organizzativa dello stesso. Egli potrà diventare in questo modo molto più maturo e responsabile, soprattutto se spronato da adulti che lo aiutano a organizzare il tempo.
E’ importante sottolineare quest’ultimo aspetto, in quanto, i vantaggi della DAD , si esplicano in un ambiente di collaborazione tra scuola e famiglia.
La DAD è amata dagli alunni?
Non esiste ad oggi una ricerca statistica che ci parli di come i bambini e le bambine delle scuole primarie abbiano vissuto e vivano la DAD.
Spesso lo si fa attraverso la lente degli adulti, senza interpellare i diretti interessati e interessate.
Invece , per ciò che concerne , gli studenti delle medie e superiori , affiorano i primi dati statistici .
Secondo una ricerca di Parole O_Stili e Istituto Toniolo, condotta con il supporto tecnico di Ipsos, su oltre 3.500 studenti della scuola secondaria di secondo grado e su circa 2.000 insegnanti della scuola primaria e secondaria, oltre il 40% degli studenti ha percepito un peggioramento nelle proprie attività di studio e il 65% fatica a seguire le lezioni. Inoltre, 1 su 4, ha percepito un peggioramento del rapporto e del diaologo con l’insegnante.
Come sfruttarla al meglio?
La Didattica a Distanza può essere deleteria, come vediamo anche dai dati sopra citati, per un individuo in età scolare se non viene sfruttata al meglio.
In particolare , gli alunni con D.S.A. ,sembrano i più penalizzati dalla D.A.D., ma questo è un argomento che merita un articolo a parte.
In generale, cosa si puà fare per sfruttare al meglio le potenzialità della Didattica a distanza?
Il primo passo è sicuramente far abituare il bambino al fatto stesso di concentrarsi sulla lezione che deve seguire come se fosse a scuola.
Questo lo porterà a impegnarsi ad interagire in modo naturale con le maestre e con i compagni. La Didattica a Distanza poi può essere sfruttata al meglio anche attraverso ricerche o approfondimenti di vario genere. Essa stessa si basa sull’uso del web. Quindi si può pensare di ampliarla in modo razionale e di intervallarla con film o letture condivise in modo tale da suscitare nei bambini sempre interesse verso gli argomenti studiati, come se fossero in classe.
Inoltre, è bene sottolineare con i propri figli, che la soluzione della DAD è qualcosa di temporaneo che serve a tenere un filo continuo non solo con gli insegnamenti, quindi con quello che è l’apprendimento di conoscenze del bambino, ma anche con insegnanti e compagni di scuola.
Un filo continuo virtuale, ma che servirà a intrecciarsi con quella che è la realtà quotidiana di ogni alunno e alunna, non appena riprenderà ad andare a scuola in presenza.
Autrice: Eleonora Mazzitelli, Dottoressa in Processi cognitivi e tecnologie.