L’attenzione è definita come l’insieme di processi cognitivi superiori che permettono ad un individuo di selezionare le parti più importanti delle informazioni che provengono dall’ambiente circostante.
Ma cosa succede quando un bambino non riesce a portare a termine compiti che richiedono una certa dose di attenzione, pur avendo un Quoziente intellettivo nella norma?
E cosa succede se, accanto ad un deficit d’attenzione, vi è pure iperattività ?
Siamo di fronte ad un disturbo di Deficit d’Attenzione e Iperattività (o ADHD : Attention Deficit Hyperactivity Disorder) , osservabile dall’età scolare e che non va confuso con la naturale e sana vivacità del bambino.
(Per approfondire i sintomi dell’ADHD leggi DEFICIT ATTENTITVI E IPERATTIVITA’ )
Quali sono le conseguenze?
Le ripercussioni sulla vita sociale. scolastica e familiare del bambino , sono molte e importanti.
È opportuno dire che il bambino può avere anche problemi di memoria, di ansia o dell’umore.
Può presentare inoltre comportamenti aggressivi dovuti alla frustrazione nel non riuscire a seguire le lezioni e i compiti assegnati.
Spesso , riguardo alle relazioni tra coetanei, i bambini con ADHD non sono in grado di gestire attività gruppali come il gioco.
Non riescono seguire le regole di un gioco in modo lineare e ciò può portare ad autoisolarsi.
Il deficit d’attenzione/iperattività può influenzare la personalità dell’individuo, se non si interviene in tempo.
Che fare?
Il primo passo importante per affrontare l’ADHD è l’accettazione del disturbo.
In famiglia è importante che il bambino senta di avere un suo posto e che l’ADHD non diventi un marchio che lo faccia sentire “la pecora nera”. Ha bisogno di essere stimato e rinforzato nei suoi punti di forza.
Esistono piccoli accorgimenti oggettivamente molto utili che possono aiutare i genitori nell’approccio con il bambino.
1) Definire e mantenere chiare e semplici regole all’interno della casa: i genitori, all’unisono, faranno rispettare queste regole
2) Riunione di famiglia settimanale o mensile per ridefinire le regole e fare un bilancio
3) Dare dei confini ben precisi all’interno dei quali muoversi (Es.: dalle 15 alle 16 è concesso l’uso della Tv o del PC).
4) E’ molto importante fare capire quali sono le conseguenze dei comportamenti positivi del bambino e quali sono quelle che derivano da quelli negativi.
5) E’ più utile rinforzare e premiare i comportamenti positivi (stabiliti precedentemente), piuttosto che punire quelli negativi.
6) Durante le riunioni sarà necessario sottolineare i comportamenti adeguati del bambino attraverso ampie ed evidenti gratificazioni.
Il trattamento del bambino con ADHD: rivolgersi ai professionisti specializzati
Il disagio derivante dal Disturbo di Deficit d’attenzione e Iperattività può essere circoscritto grazie all’aiuto di uno o più professionisti esperti nel settore e grazie al lavoro di rete tra scuola, famiglia e professionista/sti.
Grazie ad appositi centri specializzati si può decidere la terapia più opportuna alle esigenze del bambino.
Di solito il bambino viene preso in carica da un neuropsichiatra, uno Psicologo e un educatore.
Le terapie possono coinvolgere i genitori ma anche gli insegnanti; questo per sensibilizzarli il più possibile al problema e fornire loro corretti strumenti.
La diagnosi è effettuata da un team di esperti con l’aiuto delle figure familiari .
Il coinvolgimento della scuola e della famiglia rende più agevole ed efficace il trattamento.
Inoltre, il dialogo aperto con il bambino , è molto importante in questi casi: spiegagli la sua situazione. La cosa più importante è che lui comprenda come comportarsi in certe situazioni e fargli inoltre capire che il suo disturbo può essere contenuto grazie all’aiuto degli altri e di terapie adeguate.
A tutt’oggi infatti ci sono molti corsi specifici riguardanti questa tematica per insegnare agli utenti interessati come comportarsi in questi casi.
Un aiuto concreto al disagio derivante dall’ADHD deriva dalle neuroscienze e dagli strumenti tecnologici messi a punto per lavorare sul deficit d’attenzione: attraverso una corretta stimolazione cognitiva non invasiva, è possibile ottenere un incremento fino al 50% in più delle abilità cognitive.
Lo strumento viene usato da un professionista, medico o Psicologo/Neuropsicologo, per un limitato lasso di tempo e funziona proprio come una sorta di “fisioterapia cerebrale”.
In conclusione
Gli interventi sull’ADHD , necessitano di un vero e proprio lavoro di equipe a più livelli.
In ultimo, ma non per ultimo, ricordiamo il fattore tempo: più precoce è l’intervento, maggiori sono le possibilità di attenuare in gran parte i sintomi e dunque le conseguenze del deficit d’attenzione e iperattività in età adulta.
Eleonora Mazzitelli Dott.ssa in Processi Cognitivi e tecnologie, Tecnologie di supporto clinico allapersona.