Brainstorming : cos’è?
La parola brainstorming indica uno dei principali metodi di problem solving ideato negli anni 50 da Osborne.
Questo metodo trovò inizialmente attenzione nel mondo della pubblicità, anche se poi fu adoperato in molti altri ambienti dal mondo delle aziende alla scuola.
Il metodo si basa su una discussione di gruppo guidata da un conduttore, il cui obiettivo è trovare e far affiorare il più alto numero di idee possibile su un argomento in precedenza definito; solo al termine di questo compito si potrà poi selezionare, criticare e valutare nell’alto numero di idee prodotte.
Brainstorming: le regole fondamentali
Per portare a buon fine una sessione di brainstorming è fondamentale che tutti i partecipanti condividano e rispettino alcune regole fondamentali:
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Ciascuno deve poter esprimere le proprie idee sul problema
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Vanno evitate le critiche sia alle proprie idee sia a quelle altrui
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Ci si deve ispirare alle idee altrui facendo in modo di migliorarle
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Bisogna mirare a raggiungere un certo numero di idee
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Ciascuno ha disposizione un limite di tempo per il suo intervento
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Gli studenti sono chiamati all’ascolto è perciò conveniente che non prendano appunti per essere concentrati su ciò che dice il compagno.
Brainstorming: come procedere
Il conduttore che cosa fa? Ricopre un ruolo chiave nelle sessioni di brainstorming egli infatti deve conoscere bene gli estremi e i limiti del problema da sottoporre, pur non essendo necessarimante un esperto, e deve istruire i membri del gruppo alle regole inerenti il metodo ed eventualmente le diverse tecniche che saranno utilizzate nei vari segmenti della sessione. Chi conduce un gruppo di brainstorming ha il compito di stimolare l’interesse dei partecipanti e porsi con atteggiamento di ascolto, di apertura fiduciosa. Alla chiusura dell’attività è suo il compito di riassumere le idee espresse dal gruppo e chiedere ai partecipanti di comunicargli tutte le idee che possano presentarsi nelle 24 ore successive, poiché queste idee sono talvolta le migliori.
Il brainstorming si può attuare in modi differenti: esempio “il libro delle idee “in cui le idee vengono scritte su un foglio, un cartellone, una lavagna.
Tutti partecipanti possono vedre e leggere le diverse proposte e scrivere le proprie in qualunque momento.
Altro metodo può essere quello in cui le idee vengono proposte secondo l’ordine alfabetico dei partecipanti o l’ordine di postazione che il partecipante occupa al tavolo e così via.
Inoltre il brainstorming può essere effettuato utilizzando piattaforme social. Uno degli strumenti più semplici e accessibili per fare brainstorming online in classe è Google drive. E’ sufficiente creare un documento o un foglio di calcolo e condividerlo con tutta la classe, oppure utilizzare la piattaforma Coggle che consente la condivisione e creazione di mappe mentali.
In conclusione….
Se non ben strutturato il brainstorming può degenerare sopratutto se ci sono conflittualità tra gli allievi o se pochi di essi monopolizzano la discussione, ma non dimentichiamo che se ben utilizzato può garantire livelli di attenzione elevati per tutti gli allievi e il coinvolgimento dell’intera classe, la lezione può diventare più fruibile ed inclusiva.
Autrice: Marisa De Domenico – Psicologa esperta in orientamento scolastico e DSA