Tutoring: cos’è?
Tutoring è ogni intervento che sostiene o aiuta un individuo in condizioni di disagio o difficoltà di apprendimento. In ambito scolastico il tutor è un docente che si pone a disposizione del singolo alunno per venire incontro alle sue esigenze psichiche e cognitive. Questa proposta di pratica pedagogica è nata dal bisogno di rispondere alle diverse sfide, le difficoltà di appredimento e alla diversità per un’integrazione degli allievi in condizione di handicap o con difficoltà relazionali e o di apprendimento. L’elemento essenziale di questa strategia didattica è il valutare gli allievi come portatori di esperienze diverse che devono interagire ed integrarsi al percorso formativo, tenendo presente che l’assunzione di ruoli diversi accresce differenziate competenze. La figura del tutor, in alcune realtà scolastiche, si collega con il docente, mentre in altre è un alunno.
Per il tutor i benefici sono: il potenziamento dell’apprendimento, il consolidamento dell’autostima l’aumento della motivazione verso la scuola e il rispetto delle regole.
Per il tutee invece i benefici sono: la maggiore serenità, la socializzazione, la maggior partecipazione all’attività, autonomia, l’aumento del tempo a disposizione per l’apprendimento, l’aumento delle possibilità di apprendere, il miglior apprendimento grazie alla vicinanza di codice, il miglior apprendimento grazie alla individualizzazione dell’insegnamento.
L’insegnante ricopre un ruolo essenziale innanzitutto deve curare la scelta degli obiettivi, deve specificare l’accoppiamento tra gli allievi, pur vigilando sulle modalità d’interazione, non deve interferire nel ruolo del tutore, in quanto il tutor deve essere il solo ad occuparsi dell’allievo.
L’insegnante così potrà trarne beneficio, in quanto migliora la possibilità di verificare l’apprendimento degli alunni tutor, migliora la relazione con gli alunni, la capacità di osservare la classe, utilizza l’empowerment, ottiene un clima sereno e costruttivo nella classe. Il tutoring presenta così molti vantaggi operativi, nonostante si differenzi molto dall’insegnamento diretto del professionista, il quale si caratterizza per grande padronanza dei contenuti e delle tecniche di insegnamento.
Tra di essi si ritrova l’uso di un vocabolario più semplice, la possibilità di svolgere una quantità maggiore di attività pratiche e di individualizzare il sostegno alla persona, ma anche maggiori occasioni di meta cognizione e di ricevere feedback immediati. Grande differenza anche rispetto alla collaborazione tra pari, in cui la coppia che si aiuta ha esattamente gli stessi strumenti intellettuali e si confronta assieme sullo stesso problema.
fonte: https://lsc.cornell.edu/tutoring/
Mentoring : cos’è?
Oggi più che di tutoring si preferisce parlare di mentoring.
E’ facile per un giovane una figura adulta esterna all’ambito familiare un educatore, un insegnante, un amico, un allenatore costituisca un punto di riferimento, un modello di comportamento e uno stimolo forte per la crescita personale. Il mentoring è un tipo di relazione formale, che non nasce fortuitamente, ma si sviluppa con uno scopo di crescita e potenziamento personale.
Si tratta di una metodologia di formazione fondata sulla relazione tra un soggetto con più esperienza, chiamato senior o mentor, e uno con meno esperienza con lo scopo di incoraggiare in quest’ultimo lo sviluppo di competenze che concernano la sfera personale, professionale e sociale. Il mentor è una persona che rappresenta una forte motivazione a fare da guida in ambito scolastico è naturalmente il docente. Il mentee ( o allievo) è colui che si fa guidare e consigliare nell’apprendimento; insieme creano un rapporto basato sulla fiducia e il dialogo.
Certo aiutare un compagno di classe può costituire un momento importante, al tempo stesso difficile, ma non impossibile, con mutuo beneficio di entrambi.
Autrice: Marisa De Domenico – Psicologa esperta in orientamento scolastico e DSA
