Negli ultimi anni si è diffuso l’uso dell’acronimo ADHD (attention deficit hyperactivity disorder ) per indicare il Disturbo di Attenzione/Iperattività, che in Italia coinvolge il 2% della popolazione al di sotto dei 12 anni.
Il termine iperattività è spesso usato a sproposito, per etichettare un comportamento semplicemente vivace e curioso nel bambino e nella bambina.
ADHD: come riconoscerlo?
Il primo ad accorgersi che vi è un comportamento inadeguato all’età e al contesto da parte del bambino o bambina , è l’insegnante.
Il bambino passa molte ore a scuola , dunque è possibile che venga segnalata un’anomalia comportamentale al genitore dicendo:” Si alza molto spesso senza motivo durante le lezioni”, “Perde sempre il suo materiale (gomme, matite, penne…), “Spesso interviene interrompendo senza un valido motivo, il dialogo tra l’insegnate e un altro alunno”, “Ha difficoltà importanti a stare attento”.
Per avere una diagnosi oggettiva di tale disturbo , è opportuno prendere a riferimento quelli che sono i criteri diagnostici del DSM-V.
NOTA BENE: per avere una diagnosi di ADHD, è necessario che siano presenti almeno 6 dei 9 sintomi sotto descritti per ogni categoria e devono essere presenti per un periodo maggiore o uguale ai 6 mesi .
ADHD : I SINTOMI
Sintomi di disattenzione:
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Non presta attenzione ai particolari o commette errori di distrazione nei compiti scolastici o con altre attività
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Ha difficoltà nello stare attento durante i compiti a scuola o durante il gioco
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Non sembra ascoltare quando gli si parla direttamente
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Ha difficoltà a seguire le istruzioni o non completa i compiti richiesti
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Ha difficoltà nell’organizzazione di compiti e attività
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Evita, si disinteressa, oppure rifiuta di svolgere compiti che richiedono un’attività mentale sostenuta per un lungo periodo di tempo
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Spesso perde le cose necessarie per i compiti scolastici o per le attività
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Si distrae facilmente
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È sbadato nelle attività quotidiane
Sintomi di iperattività e impulsività:
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Spesso muove le mani o i piedi o non riesce a stare seduto
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Si alza in classe o in situazioni in cui ci si aspetta rimanga seduto
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Corre in giro o si arrampica eccessivamente quando tali attività sono inappropriate
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Ha difficoltà a giocare in attività tranquille
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Si muove in continuazione come se fosse caricato da una molla
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Parla eccessivamente
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Spesso risponde ancor prima che le domande siano completate
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Ha difficoltà ad aspettare il proprio turno
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Spesso interrompe o si comporta in maniera invadente
CAUSE DELL’ADHD
Il Deficit di Attenzione/Iperattività è un disturbo del neurosviluppo.
Le cause possibili sono rappresentate da :
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Componenti genetiche: un’alterazione nel gene responsabile della produzione di un neurotrasmettitore (dopamina) potrebbe essere una delle cause di questo disturbo. La dopamina, infatti, è quella sostanza che veicola le informazioni fra i neuroni e, quindi, è alla base di molti processi cognitivi, come ad esempio attenzione e memoria.
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Fattori prenatali: elevata esposizione del nascituro al fumo di sigaretta, alcol o droghe ; basso peso alla nascita (inferiore a 1,5kg ), nascita pretermine.
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Fattori neurobiologici: alterazioni nella struttura encefalica, soprattutto a carico della parte frontale del cervello, responsabile di processi cognitivi primari come la pianificazione e l’organizzazione dei comportamenti, l’attenzione e il controllo inibitorio. Tali alterazioni possono interessare anche il limbo (sede della regolazione delle emozioni) e i gangli (che regolano la comunicazione tra le varie parti del Sistema Nervoso. Basta anche solo un’alterazione all’interno di uno solo di questi distretti per dare originare al disturbo.
ADHD: adolescenza e età adulta
Per molto tempo si è creduto che l’Adhd fosse un disturbo esclusivamente infantile.
In realtà è un disturbo che, se non riconosciuto e curato in tempo, può portare a seri disturbi anche in età adolescenziale e adulta.
ADHD : conseguenze in adolescenza e in età adulta
L’adhd in età adulta è poco conosciuto poiché può confondersi con problemi psicologici derivanti da vissuti pregressi o traumi.
Esso si traduce nei seguenti comportamenti
– bassa autostima
– scarsa capacità di conseguire obiettivi (disorganizzazione)
– scarso rendimento scolastico
– difficoltà relazionali
– impulsività
– difficoltà nella gestione del tempo
– scatti d’ira improvvisi
– irrequietezza
Ovviamente i suddetti comportamenti dovranno essere presenti in maniera costante e non occasionale nella vita della persona, inficiandone i vari campi della vita.
ADHD: COME INTERVENIRE?
Da anni è spesso considerato l’uso della terapia comportamentale insieme alla terapia farmacologica che si rivela efficace soprattutto nel ripristino delle connessioni dopaminergiche .
Recentemente, un aiuto molto importante, è dato dalle tecniche di stimolazione cognitiva digitale in particolare con Mindlenses, dispositivo medico di classe 1 , usato da professionisti della salute mentale.
ADHD : stimolazione cognitiva digitale con MINDLENSES
Mindlenses è uno strumento ideato da Restorative Neurotechnologies, startup siciliana, nata nel 2018, da un’idea dal Prof. Massimiliano Oliveri, Neurologo e ricercatore di fama internazionale e Docente Ordinario presso l’Università degli Studi di Palermo.
Lo strumento è formato da :
– lenti prismatiche
-tablet contenente i Serious games
Grazie ai rinforzi positivi dati dai feedback motivazionali contenuti nei serious games , il soggetto con ADHD si troverà a proprio agio nell’usare questa terapia.
ADHD E MINDLENSES: com’è strutturato l’intervento?
L’intervento prevede 14 incontri ravvicinati a livello temporale,
ovvero, ad esempio dal Lunedì al Venerdì per 2 settimane, oppure distribuiti in 3 incontri settimanali (Lunedì,Mercoledì, Venerdì) per 3 settimane più il Lunedì successivo.
I primi 2 incontri saranno dedicati alla valutazione , seguiranno 10 incontri di training di stimolazione cognitiva digitale , e si concluderà con 2 incontri di (ri)valutazione per monitorare i progressi fatti dal paziente.
ADHD E MINDLENSES : efficacia del metodo
Al termine delle sedute di training si possono monitorare i miglioramenti dovuti all’uso
della terapia digitale.
Dopo le sedute con Mindlenses, si è potuto osservare un incremento del circa il 50% delle funzioni cognitive attentive, mnemoniche e di fluenza fonologica.
Mindlenses si è dunque rivelato un ottima terapia nel trattamento dell’ADHD, con ricadute favorevoli sul rendimento scolastico e il comportamento generale del soggetto.
ADHD E INTERVENTO: VUOI SAPERNE DI PIù?
Rivolgiti ad un’esperta!
Per informazioni
dottoressamuscarella@psinfantile.com
3880468068
Autrice: Laura Muscarella, Psicologa esperta in stimolazione cognitiva digitale