Chi non ha avuto paura del buio da bambino? L’ansia legata al sonno ed alla paura di dormire al buio manifestata dai bambini può portare a conseguenze, come l’insonnia, anche in età adulta. Secondo il parere degli esperti la paura di andare a dormire causata dal buio altro non è che un meccanismo legato all’evoluzione e tramandato dai nostri antenati i quali venivano sempre attaccati dai predatori notturni e quindi stavano sempre in uno stato di vigilanza già dal tramonto. Si stima che il 50% dei bambini tra i 2 ed i 7 anni manifesta paura di andare a dormire, mentre in età adulta l’8% delle donne ed il 3% degli uomini soffrono di insonnia.
La maggior parte dei genitori non prende sul serio l’insonnia o la paura del buio dei propri piccoli e tentano di razionalizzarla insieme ai figli, spiegando loro che non c’è nulla di cui avere timore. Ma questo metodo con i bambini tra i 2 ed i 7 anni non funziona perché per loro queste paure sono tutto, rappresentano un problema reale.
Lo psicologo Davide Russo si è interessato allo studio di queste problematiche in età infantile ed è giunto alla conclusione che, trattandosi di problemi legati all’immaginazione dei bambini, per affrontare queste paure bisogna ricorrere alla loro immaginazione piuttosto che alla loro razionalità. È proprio per questo che Russo stesso idea, insieme ad altri specialisti dello sviluppo infantile, un prodotto che sfrutta questo concetto: si tratta di Glow Away, un vero e proprio kit che include un libro su un compagno magico chiamato Boo che può fare degli incantesimi capaci di far sparire i mostri nascosti nel buio ed un lenzuolo che si illumina come d’incanto quando la stanza è al buio. Per i genitori l’idea di contrastare queste paure con l’immaginazione risulta abbastanza irreale, ma Russo sostiene che il prodotto si basa sugli ultimi risultati delle nuove ricerche di psicologia infantile, perché quando i bambini sono troppo piccoli per mettere in atto il pensiero concreto e afferrare l’inconsistenza sul piano razionale delle loro paure, il pensiero magico può aiutare a tenerle sotto controllo. Infatti, sempre secondo l’autore, per i bambini è molto importante sapere di poter attivare un incantesimo non appena si spengono le luci e si resta al buio, dona un senso di potere, così come dona un senso di protezione sapere di essere al sicuro se si sta nascosti sotto una coperta dotata di poteri magici.
A favore della tesi di Russo, si trova anche Alexander O’Connor, uno psicologo del New Jersey, il quale pensa che questo sistema, oltre alla velocità ed all’efficacia del sistema, possa fornire ai bambini molti strumenti per affrontare la paura del buio, la paura di andare a dormire e l’ansia ad esse collegata. Gli adulti adottano una moltitudine di strategie per contrastare i pensieri e le emozioni negative, i bambini invece dispongono di meno strumenti per combattere le loro paure e quindi l’unico metodo che ritengono efficace per sfuggire all’ansia ed alla paura di stare al buio nella propria camera, è quello di correre nella stanza dei genitori.
Una strategia come quella creata da Russo, secondo lo studioso, aiuta i bambini ad acquisire metodi e strumenti più efficaci rispetto al correre dai genitori. Rispetto agli adulti, i bambini sono soggetti ad imbattersi in molte più situazioni in cui regna l’incognito, lo sconosciuto, e quando non sono in grado di decifrare i rumori che sentono nella notte, la loro immaginazione cerca di dare un senso a ciò che per loro non ha senso.
Il Glow Away prodotto da Russo appare quindi come un modo abbastanza ragionevole per iniziare ad elaborare le paure in modo autonomo, ovviamente i genitori che si trovano in queste condizioni cercano con strumenti alternativi e creativi, quali la narrazione, di ottenere i medesimi risultati.
Il primo passo per aiutare a superare queste paure nei bambini è comunque il più comune, ovvero quello di accendere una lucina, magari dalla forma particolare e colorata, nella loro camera in modo da non lasciarli al buio totalmente e favorire un sonno più rilassato.
Autrice: Maria Rita Panepinto, Dott.ssa in Discipline Psicosociali