Ognuno di noi ha esperienza sia come figlio che come genitore di rivalità tra fratelli.
In psicanalisi la gelosia per i fratelli minori,vista come una reazione di aggressività alla frustrazione affettiva, vissuta o reale, è denominata “complesso di Caino”.
Il rapporto che si crea tra i figli di una coppia è sempre caratterizzato da un duplice aspetto:
da un lato la presenza di un fratello o di una sorella permette al bambino di avere un nuovo compagno/a di giochi, un complice per le monellerie ( questo accade soprattutto se i bambini tra di loro si tolgono pochissimi anni,massimo due e mezzo) e un confidente.
Dall’altro però, il bambino più grande si trova davanti un potenziale rivale che potrà sottrargli l’affetto, le attenzioni e le cure dei genitori.
Non sono rari infatti gli episodi di “sfregi” ai danni del fratello più piccolo, a volte veri e propri atti di “cattiveria” (sottrargli il ciuccio o il biberon, urtare la culletta o addirittura malmenare il nuovo nato).
Cosa possono fare davanti questi comportamenti?
Sicuramente non punire o inibire l’espressione di tale conflitto, perché comunque si “incrosterebbe” nell’inconscio dando vita ad atteggiamenti aggressivi verso coetanei, bensì permettere al bambino di esprimere il suo disagio tramite il dialogo e nello stesso tempo rassicurarlo sull’affetto che continua a ricevere. Bisogna ricordare che questi episodi scemano via via con il passare del tempo e lasciano il posto ad altri comportamenti dettati dall’età e da altri fattori ambientali.
Ma cosa determina la qualità del rapporto tra fratelli?
La chiave è da ricercare nella modalità educativa che i genitori hanno messo in atto nell’allevare i figli.
Ogni individuo viene al mondo con una data struttura di personalità.
Sarà poi l’ambiente a “modellarlo” ulteriormente. Così è il rapporto tra fratelli.
Se i genitori hanno incoraggiato la rivalità tra di essi, (a prescindere dal numero di figli) e il carattere di almeno uno di loro è incline alla litigiosità e all’individualismo, con molta probabilità ci troveremo davanti dei fratelli che non andranno d’accordo e che spesso cercheranno il pretesto per discutere e rinfacciarsi anche antichi dissapori.
Se i genitori o anche uno solo di essi ha responsabilizzato eccessivamente un fratello piuttosto che l’altro, ciò potrebbe innescare delle dinamiche interiori nel fratello accudente che potrebbe sviluppare sentimenti di colpa o rabbia per esser stato caricato di questo “peso” .
Se invece i genitori sono stati particolarmente attenti a queste dinamiche e avranno cercato di non fare disparità di trattamento( a prescindere dalla naturale sintonia o meno che si può instaurare con un figlio piuttosto che un altro), anzi avranno incoraggiato la cooperatività e il senso di responsabilità in egual misura, allora con molta probabilità ci troveremo di fronte dei fratelli particolarmente uniti e complici.
Un discorso particolare viene fatto per i gemelli monozigoti, i cosiddetti ‘gemelli identici’.
E’ ricorrente considerarli come un tutto unico. Quando sono molto piccoli vengono pettinati e vestiti persino in maniera uguale, dimenticando invece che sono due persone con sogni, aspirazioni, bisogni e idee anche molto diverse tra di loro.
I consigli di seguito dati valgono anche e soprattutto in questo caso: i genitori dovrebbero sempre premiare le reciproche diversità,lodare i punti di forza dei fratelli in egual misura ,senza sottolineare o mettere a confronto le abilità di uno rispetto all’altro (o agli altri).
Dovrebbero approcciarsi ad ognuno dei figli considerando l’ individualità e le caratteristiche personali di ciascuno, dedicando loro il giusto tempo e la giusta importanza.
Dott.ssa Laura Muscarella