Sigmund Freud, già agli inizi del ‘900, ci ha abituati a considerare l’idea che una vita sessuale nasca con noi nella culla.
Infatti, il bambino e la bambina, fin da piccolissimi, esplorano il proprio corpo e tramite esso, conoscono il mondo circostante
e ne traggono piacere.
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Il padre della psicoanalisi ci parla di 5 fasi di sviluppo psicosessuale:
– Fase orale: (dalla nascita ai 2 anni). In questa fase dello sviluppo il piacere è strettamente legato alla funzione nutritiva. Se il bambino è soddisfatto dei suoi bisogni primari instaura un atteggiamento di fiducia verso l’ambiente (stretta dipendenza dalla madre o da chi si occupa di lui).
– Fase anale: (18 mesi – 3 anni) È il periodo in cui il bambino impara a controllare gli sfinteri (sviluppo muscoli) nello stesso tempo comincia a manifestare la sua autonomia e a sviluppare l’autocontrollo anche in altre aree.
– Fase fallica: (3-5 anni) L’attenzione si riversa nella zona genitale in corrispondenza aumenta l’autonomia e la capacità di iniziativa. Si delinea l’identità sessuale (complesso di Edipo o di Elettra).
– Fase di latenza: ( 5 a 12 anni). È un periodo di calma, di ricomposizione e preparazione all’ondata evolutiva successiva, si manifesta diminuzione dell’interesse sessuale e una particolare attenzione per le acquisizioni intellettive e sociali.
– Fase genitale: (dai 12 anni in poi). Si delinea la sessualità genitale adulta e la capacità di relazionarsi efficacemente con gli altri (impegno nelle attività intellettuali e nel lavoro).
La non conclusione delle varie fasi in maniera adeguata, può determinare turbe del comportamento in età adolescenziale e adulta, ma questo sarà argomento di un altro articolo.
La masturbazione infantile è un atto che nasce spontaneamente nel bambino e nella bambina in età assai precoce (intorno ai 4-5 anni, ma l’età è assai variabile) e che è funzionale all’autoscoperta del proprio corpo e della propria genitalità.
Non è raro osservare questi comportamenti in bambini e bambine mentre giocano soprattutto da soli, strusciando la propria zona genitale su di una palla, oppure contro il letto o il divano mentre riposano.
La masturbazione ha una funzione di scarico delle tensioni e dell’ansia ed essere rimproverati per quest’atto, potrebbe portare ad un aumento dell’attività onanistica con conseguente senso di colpa e un nuovo carico di ansia.
Cosa fare?
- E’ importante non rimproverare mai il bambino o la bambina, soprattutto davanti agli altri: ciò creerebbe solo disagio, ansia e sfiducia verso il genitore.
- Evitare assolutamente frasi del tipo:”Se continui ti cade il pisellino!” oppure “Queste cose le brave signorine non le fanno”.
- Parlare alla bambina (o al bambino) con molta serenità e in un linguaggio semplice invitarlo a non fare questo gesto davanti ad altri, ma piuttosto a relegarlo ad un momento tutto suo (prima di dormire, ad esempio).
- Cercare di capire, tramite l’osservazione e la conoscenza del vissuto globale del bambino/a, se la masturbazione viene praticata in maniera ossessiva- compulsiva : in questa eventualità, chiedere il parere di uno Psicologo Infantile, in quanto la frequenza eccessiva potrebbe celare un vissuto di noia continuata o disattenzione da parte delle figure accudenti.
In ogni caso, il consiglio è quello di far vivere questo momento di scoperta del proprio corpo, come qualcosa di assolutamente naturale che va inserito in un contesto di crescita personale del bambino o della bambina e che condizionerà il proprio comportamento sessuale nell’età adulta.
Dott.ssa Laura Muscarella, Psicologa Infantile