L’intelligenza è da sempre al centro di studi di Psicologia, Neuropsicologia, Neurobiologia. Uno degli studiosi più accreditati a riguardo è Howard Gardner , noto per la sua teoria delle intelligenze multiple secondo la quale esistono sette intelligenze diverse e relativamente indipendenti tra di loro.
Eccole di seguito:
Intelligenza linguistica usata nel leggere libri, scrivere testi, comprendere parole parlate.
Intelligenza logico-matematica usata nella soluzione di problemi matematici e nel ragionamento logico.
Intelligenza spaziale usata nello spostarsi da un posto all’altro, nel leggere le cartine, nel disporre le valige nel portabagagli di una macchina in modo che occupino meno spazio possibile.
Intelligenza musicale usata nel cantare una canzone, nel comporre una sonata, nel suonare la tromba o semplicemente nell’apprezzare la struttura di un pezzo musicale
Intelligenza corporeo-cinestesica usata nel ballare, nel giocare a pallacanestro, nel correre i 100 metri o nel lancio del giavellotto.
Intelligenza interpersonale usata nel relazionarsi ad altre persone, nel comprenderne il comportamento, le motivazioni o le emozioni.
Intelligenza intrapersonale usata nel capire se stessi, chi siamo, che cosa ci fa essere come siamo, come cambiamo nel tempo.
E’ su quest’ultima che voglio soffermare l’attenzione.
A mio avviso, c’è di più della definizione data da Gardner. Vi è la possibilità, avendo questo tipo d’intelligenza abbastanza sviluppata, di vivere una vita sicuramente più consona e cosciente, trovando le più svariate soluzioni alle difficoltà di vario tipo che l’esistenza pone quotidianamente. Quali sono le caratteristiche di una “scarsa intelligenza autopercettiva (come preferisco ridefinirla).? Attraverso studi ed osservazioni condotti in prima persona, la carenza di tale intelligenza può portare l’individuo ad avere un rapporto disturbato col proprio corpo (dismorfofobia) con tutto ciò che ne consegue , ossia Disturbi del Comportamento Alimentare, scarsa autostima oppure a non riconoscere e dunque saper nominare le proprie emozioni (alessitimia) oppure ancora, nei casi più gravi, a distaccarsi dalla propria realtà sia fisica che mentale ed emotiva e sfociare nelle psicosi.
Come ogni “intelligenza” , anche quella autopercettiva può essere incrementata
attraverso alcune pratiche come:
-meditazione
-Yoga
– sedute psicoterapiche
-esercizi relativi al rilassamento e alla concentrazione
-diario
Gli elementi che invece contribuiscono ad atrofizzare l’intelligenza autopercettiva sono:
– Uso di droghe
– Uso inappropriato di psicofarmaci
– Vivere costantemente sotto stress (lavorare molto, mangiare male, stare sempre in un ambiente rumoroso e “artificiale”..)
Come fare per accrescere nel bambino questo tipo d’intelligenza fin dalla nascita?I genitori hanno entrambi un ruolo fondamentale in questo: innanzitutto possono, tramite il massaggio neonatale, le cure amorevoli e coscienti nel lavarlo, vestirlo e nutrirlo, far sì che il bambino “senta” il proprio corpo così da sviluppare un’adeguata percezione di esso.
In secondo luogo, man mano che il bambino cresce, insegnargli a comunicare in maniera appropriata le proprie emozioni: spesso un bimbo che ha mal di pancia o mal di testa, sta reprimendo o comprimendo un’emozione forte come la rabbia o la tristezza,è dunque importante permettere inoltre l’espressione delle stesse emozioni senza far sentire in colpa il bambino (non piangere, altrimenti mamma si sente male…..).
Sviluppare l’intelligenza autopercettiva significa avere individui più coscienti di sé e meno aggressivi e violenti, in quanto padroni del proprio mondo interiore.
Dott.ssa Laura Muscarella
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