INTERNET, SOCIAL E CYBERBULLISMO

Il bullismo è da sempre un fenomeno tenuto molto in considerazione soprattutto nella società moderna. È un atto negativo che coinvolge due persone: il bullo e la vittima. Il bullo in genere è una persona che ha bisogno di attirare su di sé l’attenzione, con tendenze aggressive. Mentre la vittima è tendenzialmente un bambino/a timido/a, emarginato/a e solo/a. Recenti studi hanno dimostrato che tutt’oggi il bullo non è più appartenente solamente al genere maschile, ma il fenomeno si è esteso anche al sesso femminile.

Internet, o il web più in generale, è una grande rete virtuale in cui si trovano una serie di nodi attraverso cui i vari utenti comunicano tra loro. Esso è una grande scoperta nonché un aiuto notevole per ampliare le proprie comunicazione e le proprie conoscenze.Tutt’oggi esso è molto utilizzato, soprattutto dai più giovani: gran parte degli utenti che usano internet e in particolare i social rientrano in età prescolare e scolare. A questo punto si deve dire che il primo social a nascere è stato MySpace, il quale il seguito viene sostituito dai social network che conosciamo oggi quali Facebook, Twitter o Instagram.

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L’aspetto negativo di questa rete sociale e virtuale è il cyber bullismo. Esso si può definire come una evoluzione del bullismo tradizionale che però si svolge in un contesto virtuale. La caratteristica principale che rende questo fenomeno molto accentuato è l’anonimato. C’è quindi una separazione netta tra la vita virtuale e reale. Successivamente abbiamo l’invisibilità: la possibilità di non vedere il bullo gli conferisce più potere. Un altro aspetto importante da sottolineare nell’ambito del cyber bullismo è che il bullo si muove su un fronte nuovo e più vasto rispetto al tradizionale bullismo.

Ci sono infatti meccanismi molto più veloci per far trapelare le notizie che possono intaccare la reputazione delle vittime, compromettendone la serenità sia nella vita reale sia in quella virtuale.

La vittima può reagire in svariati modi: uno dei tanti è allontanarsi dalla scuola o dal gruppo di amici, perdere interesse nelle attività e mancare di fiducia in se stessi. Questo avviene anche nei bambini.

Gli utenti interessati sono numerosi, in modo particolare le ragazze sono le più colpite. Le accuse possono interessare la sfera fisica, psicologica o sociale e le conseguenze sono evitabili. Possono danneggiare in modo irreparabile la vita degli individui: troviamo condizioni di ansia e paura, situazioni in cui non si ha più la libertà personale o virtuale.

Bambini e ragazzi sono più esposti a questo fenomeno perché essendo nativi digitali sono abituati da sempre all’utilizzo spontaneo e quotidiano di dispositivi connessi ad internet. Essendo la generazione 2.0, dunque,  è necessaria una forte sensibilizzazione da parte delle istituzioni per fornire tutti i mezzi per combattere questo fenomeno.

Cosa può fare la famiglia?

Così come un tempo veniva raccomandato di non lasciare i propri figli soli davanti alla Tv, bensì di scegliere insieme i programmi da guardare, così oggi è necessario insegnare  a usare in modo coscienzioso internet e i social network, previa educazione al rispetto altrui, alle differenze di genere, di religione, di idee, nonchè accettazione delle disabilità.

Occorre un lavoro di rete tra famiglia e scuola e un’attenta osservazione del comportamento dei minori in ambiti che sono soliti frequentare così come, ogni cambio di comportamento deve far scattare un campanello di allarme negli educatori e spingerli a creare un ponte comunicativo con il ragazzo o la ragazza, senza invadere la sua sfera intima, ma al contempo che dia al minore la sicurezza di poter contare sull’adulto per chiudere la porta in faccia a ogni forma di bullismo.

 

Autrice: Eleonora Mazzitelli, Dottoressa in Discipline Psicosociali

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