Molto spesso dopo il parto la madre attraversa un periodo di “disorientamento”, dovuto alla nuova condizione familiare, alle responsabilità che subentrano ed al totale cambio di vita. Il quadro depressivo descritto è chiamato baby-blues e insorge subito dopo il parto ma scompare spontaneamente ed è caratterizzato da crisi di pianto, stanchezza, tristezza e sfiducia; ha il suo culmine tra il quarto e il quinto giorno dopo il parto, quando cioè inizia la vera fase di allattamento. Se questa fase depressiva si protrae e si aggrava può dare origine ad una vera e propria depressione post-partum, che vede la madre depressa quasi tutto il giorno, porta disturbi del sonno, agitazione, senso di colpa e riduzione della capacità di pensare lucidamente e prendere decisioni.
La forma più grave di depressione post-partum è chiamata psicosi puerperale e, oltre ai sintomi sopra citati, porta anche allucinazioni e veri sintomi psicotici come i deliri.
Negli ultimi anni, gli studi sulla depressione post-partum, hanno preso in considerazione gli effetti che tale problema ha sul bambino e sul successivo sviluppo, e infatti si è visto che la depressione può interferire con il processo di apprendimento del piccolo in quanto viene compromessa la relazione madre-bambino. Un aspetto importante da prendere in considerazione riguarda proprio la depressione, in quanto si è visto che il rischio di sviluppare una depressione in età anche piuttosto giovane è particolarmente elevato per i bambini di madri con depressione post-partum. Un altro aspetto riguarda l’interazione che le madri depresse hanno con i figli, e la ricerca ha dimostrato che le madri depresse interagiscono meno con i loro bambini, hanno meno probabilità di allattare, giocare e sono molto incoerenti nel modo di prendersi cura dei loro neonati.
I bambini, soprattutto piccoli, vivono in funzione dell’attaccamento con la propria mamma, quindi un attaccamento sicuro porterà la madre e il bambino ad essere in sincronia, a riconoscersi e a rispondere reciprocamente ai rispettivi segnali. Quando invece ci si trova a contatto con una madre affetta da depressione post-partum, automaticamente si avrà un bambino con un attaccamento insicuro, ad elevato rischio di avere più difficoltà e ritardi nello sviluppo, tra cui problemi comportamentali, emotivi e sociali; soprattutto in campo emotivo si sviluppa un senso di minore autostima, ansia, timore, passività e minore indipendenza.
Per lenire a questo problema è necessario riflettere in primo luogo sulla presa in carico della futura mamma, in modo da favorire quest’ultima ad eventuali elaborazioni di esperienze negative, che coinvolgono la sfera emotiva e l’attaccamento, avute durante l’infanzia. Solo così si possono evitare, o almeno ridurre, disagi psico-fisici dopo il parto e successivi condizionamenti sui figli a causa degli effetti della depressione sulla relazione madre-bambino.
Autrice: Maria Rita Panepinto, Dott.ssa in Discipline Psicosociali