ADOLESCENZA ED AUTOSTIMA: IL RUOLO DEI GENITORI

L’autostima corrisponde al valore che ciascuno di noi attribuisce a se stesso, al grado di accettazione di sé, alla fiducia che si ripone nelle proprie capacità e nel saper affrontare le proprie esperienze di vita e alla rappresentazione che ogni persona ha di sé. Il conseguimento di un buon livello di autostima è da considerarsi un traguardo auspicabile per chiunque; ciò è tanto più importante nei momenti difficili o nei punti di transizione della vita, come nel caso dell’adolescenza, periodo in cui si forma la personalità e la valutazione di se stessi.

Ma come si sviluppa il concetto di sé? Perché alcuni adolescenti lo sviluppano positivamente e altri meno?

Basandosi su una molteplicità di ricerche trasversali, longitudinali, interculturali e cliniche, gli studiosi Damon e Hart (1992), hanno elaborato un modello sullo sviluppo del concetto di sè nell’infanzia e nell’adolescenza.

  • Nei bambini dai 3 ai 6 anni (ETA’ PRESCOLARE) non possiamo parlare di autostima vera e propria perché non hanno la necessità di confrontarsi con gli altri o migliorare se stessi, in quanto il bambino vive nel presente; il bambino giunge progressivamente a rendersi conto che i diversi aspetti del proprio sé sono interdipendenti e organizzati tra loro;
  • Nei ragazzi tra gli 11 e i 13 anni (PREADOLESCENZA) subentra un nuovo principio organizzatore del concetto di sé: le implicazioni interpersonali, cioè l’importanza che hanno determinati aspetti di sé nell’interazione con gli altri. E’ il periodo in cui l’autostima può toccare il livello più basso, certamente in rapporto con la pubertà che provoca difficoltà in generale e ne provoca di particolarmente rilevanti per le ragazze dalla maturazione biologica precoce.
  • Nei ragazzi tra i14 e i 18 anni (ADOLESCENZA) i diversi aspetti del sé sono organizzati tra loro da una sorta di filosofia o associazione di credenza, del tutto personale.

 

Secondo James e Cooley (1902) la stima di sé di un soggetto si fonda su come egli stesso opera in ambiti riguardo ai quali ritiene importante avere successo. In pratica, ci sarà un’alta stima di sé quando il soggetto opera in modo appropriato negli ambiti che ritiene importanti. Ci sarà invece stima di sé bassa se in quegli stessi ambiti lo stesso soggetto ha l’impressione di operare in modo inadeguato.

Quali sono gli ambiti del concetto di sé rilevanti per la valutazione che un soggetto in età adolescenziale dà della stima di sé?

 

  • L’ASPETTO FISICO: l’eccessiva importanza riservata all’immagine corporea è frutto dell’errata convinzione che per essere socialmente accettati bisogna apparire in forma uguale, se non addirittura migliore, a quella dei modelli proposti dai media;

 

  • L’ESSERE ACCETTATI DAI COETANEI: la paura di piacere a tutti i costi è alla base della paura di non essere accettati e di rimanere in disparte, di essere diversi e di sentirsi rifiutati e criticati;

Meno importanti sembrano essere la COMPETENZA SCOLASTICA, la COMPETENZA ATLETICA e lo STILE DI COMPORTAMENTO INDIVIDUALE.

Fonte: http://selfesteem.dove.com.ar

Fonte: http://selfesteem.dove.com.ar

 

Fondamentale, dunque, il ruolo dei genitori in questa fase delicata dello sviluppo, i quali spesso si trovano impreparati e pieni di dubbi e paure.

Alcuni consigli:

 

  • STABILIRE LIMITI E REGOLE: è importante stabilire delle regole e delle aspettative che si adattino a quelle che vogliono gli adolescenti, in modo da contribuire alla loro crescita, invece di limitarla;

 

  • STIMOLARE LA FORMAZIONE DI OPINIONI PROPRIE: poiché gli adolescenti non hanno un criterio proprio per formare le loro opinioni, usano quelle degli altri; compito dei genitori, dunque, è proprio quello di offrire una visione ampia del mondo e rendere possibile una vasta gamma di esperienze che permetta loro di pensare in libertà;

 

  • INCENTIVARE LA PRESA DI DECISIONI: gli adolescenti devono imparare anche a prendere decisioni proprie, ad esserne responsabili e a decidere in base ai loro valori personali. I genitori devono permettere ai loro figli di decidere da soli, di scegliere i propri gusti e le proprie aspirazioni, sempre se ciò non li esponga a un serio pericolo;

 

  • ESSERE GENEROSI CON I COMPLIMENTI: molti genitori si sforzano, perché i propri figli diano il meglio di loro e si superino, ma troppo spesso si concentrano su ciò che gli adolescenti non hanno fatto bene o su come potrebbero migliorare. Invece, è molto importante anche che sappiano quando hanno fatto bene qualcosa e persino quando superano se stessi.

 

La famiglia è decisiva nel processo di costruzione dell’autostima  e crescere figli con una buona stima di sè,   vuol dire dar loro basi solide sulle quali fondare la propria  vita.

Autrice: Dott.ssa Federica Di Rienzo, Psicologa dello Sviluppo

Rif. Bibliografici:

  • Palmonari Augusto, PSICOLOGIA DELL’ADOLESCENZA, Il Mulino, Bologna, 1997.

 

 

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