Mild Cognitive Impairment (MCI) o Deficit Cognitivo Lieve: diagnosi e intervento

Mild Cognitive Impairment (MCI): definizione

Il concetto di Mild Cognitve impairment (MCI), è stato introdotto nel 1999 da Ronald Petersen, neurologo americano che identificò quella che potremmo definire come sindrome neurologica che interessa un declino cognitivo non giustificato dall’età e nemmeno da una patologia degenerativa come l’Alzheimer.

Questa definizione si riferisce a una popolazione di soggetti anziani che non sono compromessi nel loro funzionamento quotidiano, ma che hanno un deficit cognitivo subclinico e isolato e sono potenzialmente a rischio di sviluppare la Malattia di Alzheimer (Petersen et al. 1999).

Mci : quali sintomi?

Per porre diagnosi di MCI è necessario che siano presenti i seguenti sintomi:

Presenza di un disturbo soggettivo di memoria, preferibilmente confermato da un familiare;

Deficit di memoria maggiore di quello che ci si aspetterebbe nei soggetti di pari età e scolarità, definito in termini di prestazioni inferiori a 1,5 SD al di sotto del gruppo di controllo di riferimento;

Normale funzionamento cognitivo generale;

Normali capacità di eseguire attività nella vita quotidiana;

Assenza di demenza;

Assenza di altre patologie in grado di indurre disturbi di memoria (depressione, patologie endocrine,ecc.).

Tali criteri, che all’inizio individuavano in modo generale il MCI, attualmente si riferiscono esclusivamente alla forma amnesica di MCI (a-MCI single domain) (Petersen et al., 2000; Petersen 2004).

MCI : 4 diverse tipologie

L’MCI viene pertanto suddiviso in 4 sottotipi:

  • MCI amnesico a singolo dominio: si tratta di una forma tendenzialmente non frequente che vede coinvolta solo la Memoria e si correla ad un’evoluzione in Malattia di Alzheimer.
  • MCI amnesico a dominio multiplo: rappresenta la forma prevalente.  La Memoria risulta compromessa, insieme ad uno o più altri domini cognitivi.
  • MCI non amnesico a singolo dominio: a essere coinvolto è un solo dominio cognitivo, ad eccezione della Memoria.
  • MCI non amnesico a dominio multiplo: Sono coinvolti due o più domini cognitivi ad eccezione della Memoria.

 

 

MCI: cosa differenzia l’MCI dalla Demenza tipo Alzheimer?

Nel MCI non è compromessa l’autonomia personale e non vi è un progressivo peggioramento delle funzioni cognitive in generale, ma l’MCI può essere talvolta considerato un quadro prodromico della Malattia di Alzheimer così come di altre demenze come quella vascolare, Fronto-Temporale, a corpi di Lewy.

 

MCI : come si diagnostica?

La diagnosi di MCI viene posta dal lavoro di equipe di medici e psicologi esperti in neruopsicologia o neuropsicologi.

Si usano strumenti clinici tradizionali, come il colloquio con il paziente e con un familiare,

l’esame obiettivo attraverso l’analisi del profilo cognitivo ottenuta dalla somministrazione dei test neuropsicologici,

esami strumentali come esami del sangue, tecniche di neuroimaging (RMN o PET), giusto per citarne alcuni.

 

MCI: può evolvere fino al deterioramento cognitivo grave?

Un aspetto molto importante dell’MCI è che non è assolutamente scontato che tale deficit evolva in una patologia dementigena.

In alcuni casi , i sintomi, si mantengono stabili nel tempo in gravità e frequenza;

in altri, il deficit migliora o addirittura può regredire, se secondario a un’altra condizione clinica o di stress emotivo (quale depressione, carenze vitaminiche, abuso di medicinali o alcol) su cui il medico può intervenire.

Quindi l’esame neurologico e neuropsicologico è di fondamentale importanza per capire e dare un significato all’MCI stesso.

 

MCI : come si interviene?

L’aspetto preventivo dovrebbe essere lo strumento d’elezione attraverso il quale si cerca di limitare o spostare più in là possibile nel tempo, la comparsa dell’MCI.

Ricordiamo infatti che uno stile di vita quanto più salutare possibile, dato da :

permette all’individuo di preservare le sue facoltà cognitive.

Posto ciò, quando ci si trova davanti ad un quadro di MCI , essenziale diventa un adeguato piano di stimolazione cognitiva classica e/o digitale ( Mindlenses : uno strumento per riabilitare i deficit cognitivi. Ecco come funziona ) , che permetta di rallentare sensibilmente la progressione verso il deterioramento cognitivo.

Elemento fondamentale è la costanza nell’esercizio  e la bravura del professionista nell’adeguare il programma alla personalità e storia clinica del paziente che ha di fronte.

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Autrice: Dottoressa Laura Muscarella, Psicologa esperta in Neuropsicologia

 

 

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