Il concetto di bene e di male, è un concetto molto complesso, poichè è anche influenzato dalla cultura di appartenenza.
Tuttavia, possiamo sicuramente definire il bene e il male in base agli effetti che le nostre azioni hanno su noi stessi e sull’ambiente circostante e trasmettere questa capacità di discernimento, ai nostri figli , ai nostri nipoti e ai bambini in generale.
A che età i bambini iniziano a prendere coscienza della dicotomia bene-male?
I bambini iniziano molto presto a prendere coscienza della dicotomia tra bene e male, molto prima di quanto ognuno di noi si aspetti. Dati relativi a ricerche e studi ed esperienze cliniche personali, confermano che già intorno ai 2 anni sono capaci di distinguere un’azione buona da un’azione cattiva.
– Per i bambini è difficile comprendere spiegazioni teoriche ed astratte sul bene ed il male. Come si può prendere spunto dalla vita quotidiana per aiutarli a capire?
Facendo loro osservare le conseguenze delle azioni positive e negative compiute da altri (in questo le fiabe aiutano molto) e rinforzare i comportamenti positivi compiuti dal bimbo stesso. Per ciò che riguarda le azioni negative, in genere, basta insegnare a mettersi nei panni altrui per “ non far mai agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”. Focalizzare le emozioni e insegnare a riconoscerle correttamente in sé stessi e negli altri.
– Nel mondo di oggi è facile che tramite tv ed internet anche i più piccoli vengano a contatto con realtà difficili ed eventi tragici. Come fare per aiutarli a fare chiarezza senza spaventarli e renderli insicuri?
Raccontando loro, in parole semplici e dirette, che certi fenomeni fanno parte della natura e anche nella natura c’è il buono e il “monello” e che ci sono con loro mamma e papà e nulla di male potrà loro accadere ( soprattutto se sono molto piccoli ).
– Spesso i genitori fanno fatica a non trasmettere ai bambini le loro ansie riguardo il mondo che li circonda. Che consigli si possono dare a mamme e papà per far sì che il bambino impari ad essere ottimista ed affrontare le avversità con il sorriso, nonostante tutto?
– I genitori trasmettono molte delle loro paure e ansie e credo sia un atto d’amore verso se stessi e verso il proprio figlio, andare da uno Psicologo per ricevere un sostegno ed evitare di “caricare” troppo il proprio figlio. Ovviamente ciò riguarda i casi in cui l’ansia e la paura siano incontrollabili. Per tutti gli altri invece, io consiglio sempre di fermarsi poco prima di pronunciare qualche frase o mentre si sta avendo un pensiero di tipo ansioso o fobico e dirsi “Questo potrebbe essere nocivo alla tranquillità di mio figlio?”. Focalizzando in maniera cosciente la sensazione che stiamo provando e con chi ci stiamo rapportando , nella maggior parte dei casi, la voglia di comunicare in maniera ansiosa viene “smontata”.
(Tratto da un intervista rilasciata a QUIMAMME, 2012)
Dottoressa Laura Muscarella, Psicologa