“Non ricordo nulla di quando avevo 7 anni…E’ come se avessi del tutto rimosso quel periodo”.
Comincia così il racconto di una giovane paziente che si è rivolta al Servizio di Consulenza Psicologica Online e con fatica ricostruisce il suo rapporto con i genitori.
Potrebbe così sembrare che sia una semplice falla della memoria, ma in realtà è entrato in atto il meccanismo della rimozione che ci protegge da ricordi dolorosi o traumatici.
“Ogni giorno accendo la tv sul suo programma preferito. E non ho mai spento il suo cellulare”, raccontò una volta una paziente in seduta, parlando della morte del figlio avvenuta mesi prima.
Potrebbe sembrare nostalgia, in realtà è diniego.
Due brevi esempi per introdurre un argomento affascinante e interessante come i meccanissmi di difesa.
COSA SONO?
Il meccanismo di difesa è quel processo mentale attraverso il quale l’Io, ovvero la nostra coscienza, si difende da ricordi e vissuti dolorosi e dagli impulsi inaccettabili per la società.
Il primo a parlare di meccanismi di difesa, fu Sigmund Freud, il padre della psicoanalisi.
Sua figlia Anna, alcuni anni dopo, riprese e approfondì il lavoro del padre, dando vita all’opera L’Io e i meccanismi di difesa (1936)
Per comprendere appieno, dunque, da dove nasca lo studio dei meccanismi di difesa, dobbiamo partire
dal modello della mente, teorizzato da Freud, formato da tre grandi blocchi: Es, Io e Super-Io.
L’Es è la sede delle pulsioni, degli istinti primordiali, dei bisogni che vorremmo soddisfare subito.
Il Super-Io è una sorta di guardiano, l’Istanza che sovrintende il rispetto delle regole sociali, educative e che ci spinge a frenare i nostri impulsi. Esso è il contenitore di tutti gli introietti familiari e sociali.
L’Io sta nel mezzo, è l’istanza che ha a che fare con la realtà e che continuamente deve mediare tra le richieste del mondo reale, i limiti imposti dal Super-Io e le pulsioni libidiche.
I meccanismi di difesa entrano in gioco quando le pulsioni sono troppo intense o fanno riferimento a desideri inaccettabili dalla società o dall’individuo stesso e quindi occorre occultarli.
La persona deve difendersi dai suoi stessi desideri. Ci sono innumerevoli meccanismi che agiscono spesso insieme per fronteggiare la minaccia. La loro presenza non è necessariamente indice di patologia, ma possono essere il segnale di una personalità problematica.
Quali sono i meccanismi di difesa?
I meccanismi di difesa si distinguono in :
1) Primari : si sviluppano nell’età infantile, quando ancora non è chiaro il confine tra il Sé e il mondo esterno. Essi tendono a essere “totalizzanti“, in quanto hanno un alto potere protettivo, agendo in maniera globale sulla struttura del soggetto. L’utilizzo di questi meccanismi di difesa primari, può essere adattivo se il loro uso non è costante
2) Secondari: si sviluppano verso i 6 anni, e sono difese più mature e adattive, che possono accompagnare l’individuo durante il corso della vita e gli permettono di fronteggiare lo stress. Anche qui è importante che tali meccanismi di difesa non vengano usati con frequenza, altrimenti l’individuo potrà scivolare nella nevrosi e in disturbi del comportamento.
Meccanismi di difesa primari (immaturi)
- Dissociazione e scissione
- Identificazione proiettiva
- Introiezione
- Negazione
- Proiezione
- Diniego
Meccanismo di difesi secondari (maturi)
- Rimozione
- Razionalizzazione
- Intellettualizzazione
- Identificazione con l’aggressore
- Identificazione
- Formazione reattiva
- Condensazione
- Annullamento retroattivo
Perché un individuo mette in atto uno o più meccanismi di difesa piuttosto che altri?
La risposta è data dalla complessa interazione tra almeno quattro fattori:
1) il temperamento costituzionale;
2) la natura dei disagi subiti nella prima infanzia;
3) le difese presentate dai genitori o da altre figure significative;
4) le conseguenze sperimentate dell’uso di particolari difese.
UTILITA’ DEI MECCANISMI DI DIFESA
I Meccanismi di difesa, se non usati abitualmente dall’individuo, possono essere considerati come adattamenti sani e creativi e continuano a operare in senso adattivo per tutta la vita.
Le loro funzioni principali diventano così:
1) moderare l’intensità dell’ansia e dell’angoscia che possono derivare da una situazione o dal rapporto con una persona
2) mantenere l’autostima.
Un uso continuativo e massiccio del meccanismo di difesa, può compromettere la salute psicologica della persona, la quale potrà sviluppare disturbi di personalità e nei casi più gravi, psicosi.
Nei prossimi articoli verrà dedicato uno spazio apposito ad ogni meccanismo di difesa.
Autrice: Laura Muscarella, Psicologa Psicodiagnosta
Sitografia: https://www.massimobarrale.it/blog/item/90-i-meccanismi-di-difesa-primari.html