L’ autostima è un costrutto in continua evoluzione che si comincia a costruire fin dai primissimi anni di vita e rappresenta il valore che ogni soggetto attribuisce a se stesso, viene acquisito tramite le informazioni ricevute dall’esterno dalle persone frequentate abitualmente. È quindi facile comprendere che quando i genitori sostengono il bambino, oltre a manifestare affetto, fanno sì che il figlio possa costruire un’immagine di sé positiva, anche se nel corso dello sviluppo non mancheranno le situazioni in cui verrà a mancare tale valore.
Uno dei primi momenti “critici” è senza dubbio l’ingresso scolastico, in cui il bambino si relazionerà con figure diverse dai genitori, ossia gli insegnanti. Oltre agli insegnanti, entra in gioco anche il rapporto con i coetanei e il superamento dei conflitti con essi. Ciò che rappresenta il vero ostacolo da superare, però, non riguarda le relazioni, bensì il voto; qui il compito delle figure educative è quello di far in modo di evitare che il bambino si identifichi con il voto scritto in pagella. Nei bambini che tendono sempre a dare il meglio potrebbe scattare una “distorsione cognitiva”, ossia una vera e propria identificazione con il voto letto: “ho preso 4, quindi valgo 4”, questo perché l’autostima è influenzata dalla credenza di poter raggiungere o meno un risultato desiderato. Questo meccanismo che si innesca nel piccolo viene chiamato “Locus of Control” o più comunemente “stile di attribuzione”, che può essere esterno o interno: se il bambino ha uno stile di attribuzione esterno tenderà ad attribuire la causa dei suoi successi e/o insuccessi a fattori esterni da lui; viceversa se ha uno stile di attribuzione interno gli esiti verranno attribuiti a lui stesso.
Questo costrutto è abbastanza determinante nello sviluppo dell’autostima, che, come sappiamo, può essere positiva o negativa. Ciò che spesso ci si chiede è come riconoscere una bassa autostima e, cosa ancora più importante, come fare per mantenerla positiva.
I bambini con bassa autostima sono coloro che hanno sperimentato qualcosa che ha fatto scattare in loro la sensazione di non essere degni di amore e affetto, ad esempio un vissuto di deprivazione affettiva o trascuratezza in famiglie problematiche o in famiglie dove l’affetto non viene espresso in modo caldo ed accogliente, o esperienze che sono state metabolizzate in maniera distorta.
La bassa autostima si riscontra in bambini con locus of control interno molto rigido, quindi la causa di ciò che accade intorno a loro viene ricercata esclusivamente in sé stessi, producendo così un forte senso di colpa. È importante sottolineare il fatto che il bambino durante l’infanzia pensa in maniera egocentrica, quindi coinvolge se stesso in tutto ciò che accade nell’ambiente circostante, in quanto non riesce a cogliere la differenza tra il proprio pensiero e quello degli altri. Quindi per questo è più difficile interiorizzare esperienze positive su se stesso. La bassa autostima può manifestarsi con atteggiamenti di chiusura, tono di voce basso, scarsa voglia di mettersi in gioco, accentuata paura di sbagliare; ricopre anche la sfera psicosomatica quindi si potranno riscontare cefalee, disturbi gastrointestinali e alimentari. Generalmente i bambini con una bassa autostima adottano un comportamento passivo, ovvero subiscono dagli altri, non riescono ad esprimere la loro opinione, hanno difficoltà nel prendere decisioni, pensano che gli altri siano migliori di loro, hanno paura del giudizio, tendono ad avere l’approvazione di tutti e non riescono a dire di “NO” a qualsiasi richiesta venga loro fatta.
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Il mantenimento e lo sviluppo dell’ autostima dipendono dalle esperienze positive di efficacia che il bambino sperimenta giorno dopo giorno.
Sono quattro i fattori che determinano tale valore, ovvero:
i successi, quindi tutte le volte che il bambino sente di riuscire in qualcosa;
l’autoefficacia, cioè il sentirsi capace di fare qualcosa;
l’accettazione e l’apprezzamento da parte del gruppo di coetanei o di persone per lui significative;
la soddisfazione, ossia la sensazione che deriva dal realizzare le proprie potenzialità.
Alla luce di ciò risulta importante insegnare ai bambini a riconoscere le loro abilità e ad individuare i loro limiti, senza dimenticare di rinforzare positivamente i successi e i traguardi raggiunti.
Autrice: Maria Rita Panepinto, Dott.ssa in Discipline Psicosociali