I termini temperamento, carattere e personalità sono tre concetti che spesso vengono confusi tra di loro, pensando che siano sinonimi , dunque che stiano ad indicare lo stesso tratto distintivo della persona.
Una frase ricorrente: “Non vanno d’accordo perché hanno due caratteri incompatibili”, oppure “ il carattere non si può cambiare”, come se si trattasse di qualcosa di innato e immutabile, oppure: “ha un temperamento aggressivo”, lasciando pensare che il temperamento sia una modalità relazionale; o ancora: “ ha una personalità forte” , dando per scontato che una persona nasca in con un carattere ben definito.
Tutti questi modi di dire generano una gran confusione, al punto tale che il loro reale significato, come costrutto psicologico, è andato perso.
Facciamo chiarezza.
Il Temperamento
Il temperamento rappresenta una serie di aspetti congeniti non mediati dalla cultura ed è la diretta esplicitazione di caratteristiche innate dell’individuo.
Oggi la psicologia definisce temperamento: “ insieme di disposizioni comportamentali presenti sin dalla nascita le cui caratteristiche definiscono le differenze individuali nella risposta all’ambiente. Il temperamento riflette dunque una variabilità biologica” (Lingiardi, 1996).
Ogni neonato, dunque, reagisce a certi stimoli, mentre ne ignora altri: l’intensità e la frequenza di tali risposte definiscono il temperamento.
Thomas e Chess (1977), due pediatri di New York, hanno individuato 3 profili temperamentali:
- BAMBINI FACILI
- BAMBINI DIFFICILI
- BAMBINI LENTI A SCALDARSI
I bambini con temperamento facile sono molto regolari nei ritmi biologici (ad esempio mantengono bene gli orari del sonno e della pappa), sono attratti dalle novità (ad esempio, un nuovo cibo, o una persona mai vista prima), si adattano facilmente ai cambiamenti (come un sapore nuovo), reagiscono moderatamente agli stimoli, e sono prevalentemente di buon umore.
I bambini dal temperamento difficile hanno fame o sonno a orari imprevedibili, rifuggono dalle novità, si adattano lentamente alle esperienze nuove, reagiscono in modo eccessivamente intenso agli stimoli, e sono spesso di malumore.
I bambini lenti a scaldarsi presentano un basso livello di attività, un’iniziale ritrosia di fronte alle novità, una certa lentezza nell’adattarsi, una reattività un po’ esagerata e un umore non proprio ottimo, quando si trovano di fronte ad una situazione nuova.
Il carattere
Il carattere è l’insieme dei comportamenti abituali e distintivi di una persona.
Esso esprime l’insieme delle caratteristiche proprie di adattamento di una persona, all’ambiente, in cui vive; sia che si tratti dell’ambito sociale, sia che si tratti dell’ambiente fisico.
Esso si determina attraverso l’esperienza acquisita durante l’età evolutiva, sia in ambito familiare, sia in quello sociale; si tratta dunque di comportamenti appresi. Ciò significa che il carattere è un insieme di comportamenti appresi, acquisiti attraverso l’esperienza, non innati.
La personalità
La personalità rappresenta la sintesi tra temperamento e carattere, frutto dell’interazione tra fattori innati e appresi.
Si tratta di una struttura in evoluzione che opera in una dimensione soggettiva ma soggetta a variabili esterne di varia origine (culturale, sociale o biologica).
La personalità, non è quindi qualcosa di innato, né immodificabile, né valutabile in termini di forza/debolezza.
Ricapitolando, possiamo definire il temperamento la componente biologica e genetica della personalità e considerare quest’ultima come la somma delle principali strategie di adattamento all’ambiente, là dove per carattere si intende l’insieme dei comportamenti appresi.
Autrice: Federica Di Rienzo, Psicologa dello Sviluppo
Riferimenti Bibliografici:
- Berti e Bombi, Corso di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, Bologna.
Finalmente una chiara esposizione delle differenze tra i termini esaminati