Numerosi sono gli studi sullo sviluppo infantile:tra i vari ambiti che sono stati approfonditi vi è quello sullo sviluppo morale. Esso è stato uno dei primi argomenti ad essere studiato fin dagli inizi della psicologia.
È evidente come non sia possibile misurare cosa sia buono o cattivo oppure giusto o sbagliato poiché, essendo caratteristiche piuttosto astratte, ci si può solo basare su un giudizio in base al contesto in cui ci si trova. Per gli studiosi è molto importante e stimolante comprendere come i bambini acquisiscano tali conoscenze.
Per definizione, nello sviluppo morale del bambino, abbiamo sia il comportamento morale sia il giudizio morale e possiamo affermare che esso interessa tutti gli aspetti sociali, affettivi ed individuali che riguardano la persona in sé e che comprendono la sua coscienza morale.
A questo punto possiamo affermare che ci sono quattro elementi che compongono il comportamento morale dell’individuo:
- L’interpretazione: riuscire a intrepretare ciò che sta succedendo.
- La conoscenza: conoscere il bene e il male che porta a esprimere un giudizio morale,
- L’intenzione: che corrisponde alla decisione di fare qualcosa
- La realizzazione dell’intenzione.
La prima componente del comportamento morale è molto complessa perché è piuttosto complicato prendere una decisione riguardante il benessere delle altre persone.
A tal proposito, sono state condotte molte ricerche, tra le quali ricordiamo lo studio dell’effetto dello spettatore. Questo concetto nasce da un episodio molto celebre e da tale episodio si può evincere che tanto maggiore è il numero di individui che assistono ad un evento, seppur pericolo o negativo per una persona, tanto maggiore è la probabilità che nessuno dei presenti intervenga.
Questo concetto si può spiegare in modo molto semplice con la diffusione di responsabilità, ossia gli individui che assistono non intervengono perché ognuno di loro è convinto che interverrà qualcun altro al loro posto. Una seconda caratteristica dell’interpretazione è l’empatia che si sviluppa negli individui che assistono ad un evento. È bene ricordare che l’empatia è la capacità di mettersi nei panni dell’altro e che si sviluppa fin dalla prima infanzia andando ad essere sempre più sofisticata ed andando ad arrivare così ai sette anni di vita.
Esaminando invece la conoscenza, seconda caratteristica del comportamento morale abbiamo gli studi condotti da Freud sullo sviluppo psicosessuale. Egli afferma che il comportamento morale si sviluppa principalmente nella fase di latenza, la quarta fase della sua teoria.
Durkheim invece afferma che il comportamento morale ci viene trasmesso dalla società. Quindi si può affermare che la società in cui l’individuo è inserito, lo porta di conseguenza a decidere quale è il bene o il male. Considerando invece gli studi Piagetiani si può evincere come per lo studioso il ragionamento morale si sviluppi attraverso il confronto con i pari. Egli afferma che il bambino attraversi due stadi:
- Eteronomo: dai 5 ai 7 anni (la morale dipende da influenze esterne, ovvero genitori e educatori)
- Autonomo: dai 9 agli 11 anni (le regole morali diventano pian piano interiorizzate e basate su un tacito accordo con gli altri)
Piaget ritiene quindi che l’interpretazione della motivazione sia molto importante e che il bambino passi da uno stadio all’altro solo se non è supervisionato dall’adulto e quindi possa passare del tempo in libertà assoluta con altri bambini, potendosi esprimere e sentendosi veramente a proprio agio. Tutto ciò avviene mediante un processo di vera e propria negoziazione con l’altro.
Kohlberg ritiene inoltre che il ragionamento morale derivi dallo sviluppo cognitivo. Egli compie ricerche approfondite e teorizza quelli che sono i dilemmi morali.
Il più famoso è il dilemma di Heinz secondo cui la moglie del protagonista è malata di cancro ma il farmaco è troppo costoso e il farmacista non accetta di abbassare il prezzo. Heinz a questo punto si vede costretto a derubarlo del farmaco. Questo porta lo studioso a individuare tre livelli di ragionamento differenti in base all’età dell’individuo che ascolta la storia.
In conclusione, si può affermare che, lo sviluppo morale, come tutti gli aspetti dell’individuo, venga influenzato dall’ambiente circostante, quindi è sottoposto a influenze continue dalla famiglia d’origine, ma anche dal gruppo dei pari.
Autrice: Eleonora Mazzitelli, Dott.ssa in Discipline Psicosociali