Un tempo si credeva che il neonato nascesse con pochissime competenze. Questa visione è stata completamente abbandonata in seguito alle numerose ricerche che hanno dimostrato che il bambino è fin dalla nascita attivamente coinvolto nell’interazione con l’ambiente fisico e sociale.
Alla nascita infatti l’infante è dotato di un repertorio di schemi comportamentali che gli consentono di interagire e che comprendono riflessi, azioni congenitamente organizzate, stereotipie ritmiche.
Ma vediamo più nel dettaglio in cosa consistono queste capacità comportamentali
- RIFLESSI
Sono reazioni automatiche e stereotipate a particolari stimoli: ad esempio prendendo un dito sul palmo della mano di un neonato, lo si induce a stringerlo tra le dita.
Alcuni riflessi sono permanenti, cioè rimangono per tutta la vita, come ad esempio lo starnuto oppure lo sbadiglio; altri invece, detti riflessi neonatali, spariscono completamente durante i primi mesi di vita, o sono sostituiti da azioni volontarie. Alcuni di essi hanno una precisa funzione nell’adattamento del neonato all’ambiente (ad esempio il riflesso di “prensione”, ovvero afferrare qualsiasi cosa venga premuta contro il palmo della sua mano, ha la funzione adattiva di preparazione della prensione volontaria; oppure il riflesso di “rooting” , ovvero quando ad una leggera stimolazione della guancia, l’infante volge la testa in quella direzione e apre la bocca, ha la funzione adattiva di facilitare la ricerca del capezzolo).
Dunque, la loro presenza alla nascita e la loro successiva scomparsa al momento giusto sono tra gli elementi indicatori di un normale sviluppo neurologico e costituiscono le fondamenta per lo schema comportamentale volontario.
- AZIONI CONGENITAMENTE ORGANIZZATE
Si distinguono dai riflessi per il loro carattere spontaneo, cioè per il fatto di non essere suscitate da stimoli chiaramente identificabili, e per varietà di forme che possono assumere, adeguandosi al variare delle circostanze.
Tra queste azioni, le più familiari sono quelle di piangere e di succhiare.
Grazie ad esse i neonati sono attrezzati non solo a reagire all’ambiente, ma anche a prendere l’iniziativa nei confronti di esso.
Fonte: http://www.bambinonaturale.it/
- STEREOTIPIE RITMICHE
Consistono in sequenze ripetute di movimenti eseguite senza una ragione apparente, con cui gli infanti tengono in esercizio muscoli, tendini, nervi.
Le più frequenti sono : strofinare un piede contro l’altro, dondolarsi, scuotere la testa, scalciare.
Alcune di queste attività vengono successivamente integrate in azioni volontarie, come quella di camminare. La loro persistenza oltre l’infanzia invece è segno che c’è qualche patologia nello sviluppo.
Come abbiamo visto, dunque, il neonato, lontano dall’immagine di un essere inetto e passivo, in attesa di venire plasmato dagli agenti socializzatori, è un essere competente dotato di una complessa organizzazione, e, fin dalla nascita è impegnato in un continuo adattamento all’ambiente che viene favorito e facilitato dall’accudimento fornito dai genitori.
Piccoli ma competenti: quante cose sanno fare i neonati!
Autrice: Federica Di Rienzo, Psicologa dello Sviluppo
Riferimenti bibliografici:
- Berti , Bombi, Corso di Psicologia dello sviluppo, il Mulino, Bologna