La teoria della mente (Thery of Mind-TOM) è l’abilità di capire gli stati mentali altrui. Precisamente consiste nella capacità cognitiva di riuscire a rappresentare gli stati mentali propri e altrui, ovvero credenze, desideri, emozioni, per spiegare e prevedere la messa in atto di comportamenti.
Esistono 3 principali modelli teorici relativi alla Teoria della Mente:
- TEORIA DELLA TEORIA: secondo Gopnik e Wellman l’attività mentale si basa su conoscenze che avvengono empiricamente e il bambino le acquisisce nel corso dello sviluppo costruendo teorie intuitive, popolari, comuni, ingenue che cercano di spiegare un dominio particolare. In questo modo si sviluppa una Teoria della Teoria della Mente che gli permette di inferire rappresentazioni mentali e di costruire una propria rappresentazione del mondo.
- TEORIA MODULARE: secondo Fodor la mente umana è costituita da moduli specializzati, geneticamente determinati e funzionanti autonomamente. Per questo esiste un modulo in cui è processata la Teoria della Mente che trae informazioni utili dall’ambiente sociale, il cui sviluppo dipenderebbe principalmente dalla maturazione neurologica delle strutture cerebrali coinvolte, mentre l’esperienza ne determinerebbe l’utilizzo della stessa.
- TEORIA DELLA SIMULAZIONE: secondo Goldman l’attività mentale si basa sulla capacità di riuscire a provare lo stesso stato emotivo dell’altro. Inferire gli stati mentali altrui consisterebbe nel simulare il mondo ponendosi nella prospettiva dell’altro, sperimentandone i diversi stati mentali che ne derivano per poi poterli condividere.
Tutte queste prospettive teoriche concorrono nell’affermare l’esistenza di un continuum nello sviluppo di questa abilità: si tratta quindi di una “ABILITA’ EVOLUTIVA”.
Chiarita la definizione, la funzione e l’origine di tale teoria, subentrano altri quesiti: quando compare? In che modo si sviluppa? E’ presente nei bambini? Da che anno?
La Teoria della Mente si sviluppa durante i primi anni di vita grazie ad una sana interazione con le figure di riferimento e permette di avere uno specchio sulle proprie e altrui capacità cognitive.
Un punto di partenza comunemente accettato è che a partire di 4 ANNI possiamo attribuire al bambino il possesso della teoria della mente come sistema rappresentazionale.
Da un punto di vista scientifico, è possibile accertare tale comparsa attraverso il Test della Falsa Credenza (Pemmer & Wilmer, 1983), una prova standardizzata utilizzata con i bambini tra i 4 e i 9 anni. Al bambino si mostra una scenetta in cui una bambola di nome Sally mette una biglia in un cestino all’interno di una stanza. La bambola esce dalla stanza e un altro personaggio (Anne) entra e sposta la biglia dentro un cassetto. Si chiede quindi al bambino se sa dove Sally andrà a cercare la biglia una volta rientrata. I bambini verso i 4 anni sviluppano la mentalizzazione e rispondono correttamente (cestino).
Già prima dei 4 anni però, è possibile rintracciare delle strutture che “preparano” la comparsa della TOM: i bambini, cioè, già durante i primi due anni di vita, acquisiscono delle competenze che si configurano come precursori della capacità mentalistica:
- Intenzione Comunicativa Dichiarativa (Camaioni, 2001): i bambini di 10-12 mesi usano il gesto dell’indicare, con intenzione dichiarativa, cioè per condividere l’interesse e l’attenzione con l’adulto su un oggetto desiderato o su un evento esterno;
- Gioco Simbolico o di Finzione (Leslie, 1991): i bambini intorno ai 2 anni “fanno finta di”, usano, ad esempio, un oggetto per rappresentare un altro non esistente o non presente oppure attribuisce a un oggetto presente delle proprietà immaginate, sottendendo dunque la capacità di manipolare modelli contraddittori della realtà;
- Comprensione della Percezione Visiva (Flavell, 1988): i bambini intorno ai 2 anni e mezzo, si rendono conto che un oggetto può essere percepito da lui, ma non da un’altra persona;
Nello specifico:
- A 2 ANNI: il bambino inizia ad adoperare dei termini per descrivere i DESIDERI e le EMOZIONI di sé e dell’altro, comprendendo che i desideri motivano e regolano l’azione propria e altrui.
- A 3 ANNI: il bambino inizia a comprendere le VERE CREDENZE, cioè quelle che corrispondono al dato di realtà; l’elemento che caratterizza tale momento evolutivo è dato dalla triade DESIDERIO-CREDENZA-AZIONE.
- A 4 ANNI: il bambino concepisce la mente come un SISTEMA RAPPRESENTAZIONALE; arriva dunque a comprendere che l’azione di una persona può essere determinata anche da una credenza falsa. (“Io penso che tu pensi X”).
- A 6-7 ANNI: il bambino è in grado di strutturare un pensiero più complesso in cui una METARAPPRESENTAZIONE E’ INCLUSA IN UN’ALTRA; coglie pienamente la complessità sociale cioè cosa le persone pensano rispetto agli altrui pensieri (“Io penso che tu pensi che X pensi Z”).
E’ possibile dire, dunque, che tale abilità si sviluppa nel tempo e col tempo, quindi non si nasce con una teoria della mente strutturata, ma essa deriva da una serie di attitudini acquisite e da esperienze verificatesi durante la prima infanzia (menzionate sopra), che portano alla formazione di rappresentazioni mentali proprie e altrui che guidano il comportamento sociale del bambino e del futuro adulto.
Autrice: Dott.ssa Federica Di Rienzo, Psicologa dello Sviluppo
Buongiorno collega, durante una ricerca su Internet mi sono imbattuta in questo interessante articolo. Penso sia molto importante che lo psicologo dell’età evolutiva si impegni continuativamente nella propria formazione e nell’attività di divulgazione di argomenti e teorie che riguardano l’infanzia. A Palermo quest’area della psicologia è molto attiva! Grazie e a presto, Francesca Ferro